Un Natale di libri
Amici e collaboratori della nostra rivista suggeriscono alcuni titoli da regalare per Natale. Ce n’è per tutti i gusti. Abbondano i saggi, ma non manca la segnalazione di romanzi. Ne viene fuori una piccola biblioteca che tiene conto del presente che stiamo vivendo. E le scelte, a ben vedere, esprimono una certa idea di cultura.
Abbiamo chiesto a ciascun amico di segnalare due libri. Motivando in poche righe le ragioni della scelta. Ecco, allora, i loro consigli. Li abbiamo inseriti seguendo l’ordine alfabetico dei “suggeritori”.

13 dicembre 2024
Buone letture
la Redazione di .CON
Giacomo Tantardini, “È bello lasciarsi andare tra le braccia del Figlio di Dio”, Libreria Editrice Vaticana, 2024
Un libro da leggere è quello che raccoglie le omelie di don Giacomo Tantardini pronunciate nella Basilica romana di San Lorenzo fuori le mura dal 2007 al 2012. Il titolo è tratto da una delle ultime frasi pronunciate dal prete, naturalizzato romano, nell’ultima fase della sua malattia e dice: È bello lasciarsi andare tra le braccia del Figlio di Dio. Intensa la scheda biografica a cura di Massimo Borghesi. Prefazione di papa Francesco.

Jonathan Haidt, “La generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli”, Rizzoli, 2024
Lo psicologo americano Jonathan Haidt indaga la generazione Z: gli adulti hanno intensificato il controllo degli adolescenti nella vita fisica, mentre li hanno incoscientemente e irresponsabilmente abbandonati a sé stessi nel mondo del web e dei social. Una lettura per capire i ragazzi e le ragazze di oggi, le loro ansie e le loro fragilità.

(Alessandro Banfi)
Joseph Ratzinger, “Opera Omnia. In dialogo con il proprio tempo”, 2024, Libreria Editrice Vaticana
I tre volumi di interviste di Benedetto XVI inseriti nell’opera Omnia sono una documentazione di un dottore del cristianesimo che non si è sottratto al confronto col mondo, mettendosi in dialogo con i quotidiani di ogni tipo.

Matteo Bussola, “La neve sotto il mare”, Einaudi, 2024
È la storia di un padre con un figlio ricoverato per anoressia in un ospedale psichiatrico. Nel rapporto con gli altri pazienti e gli altri genitori, scopre che l’educazione non è questione di ingegneria, ma un mistero in cui occorre camminare per saper riconoscere l’originalità dell’altro e i limiti propri.

(Pierluigi Banna)
Desmond Tutu, “Non c’è futuro senza perdono”, traduzione di Ester Dornetti, Feltrinelli, 2001
Tra resa dei conti (neri contro bianchi) e rimozione, una terza via capace di coniugare giustizia e speranza. La Commissione per la verità e la riconciliazione, insediata da Nelson Mandela nel Sud Africa del post apartheid, raccontata da Desmond Tutu, l’arcivescovo di Città del Capo, Nobel per la pace 1984, che ne fu presidente. “Non c’è futuro senza perdono”. Per una pace possibile.

Marino Niola, “L’Italia dei miracoli. Storie di santi, magia e misteri”, Raffaello Cortina Editore, 2024
«Anche se il trucco dovesse esserci, il vero miracolo è che nessuno sia riuscito a scoprirlo». Da San Gennaro a Padre Pio («un autentico uomo della Provvidenza populista»), da Santa Rita e San Rocco, incontri ravvicinati tra divi e dive del cattolicesimo popolare e antichi culti pagani, indagati da un antropologo dotato di sapienza, ironia e meravigliosa scrittura.

(Armando Besio)
Giampiero Girardi e Lucia Togni ( a cura di), “Una storia d’amore, di fede e di coraggio. Franz e Franziska Jägerstätter di fronte al nazismo” Il Pozzo di Giacobbe, 2013
Dopo il grande successo riscosso dalla mostra del Meeting 2024 dedicata a Franz e Franziska Jägerstätter una ulteriore occasione per approfondire il senso di una straordinaria esperienza di vita, di amore e di testimonianza cristiana vissuta da questa coppia, attraverso le loro stesse parole, ci è offerta, oltre che dal catalogo della mostra (“Franz e Franziska, non c’è amore più grande. I coniugi Jägerstätter e il martirio della coscienza”, LEV, Città del Vaticano, 2024) dal libro che raccoglie tutto l’intenso carteggio tra i due dal 1940 al momento del martirio di Franz, giustiziato dal nazismo il 9 agosto 1943.

A cura di D. Zardin, “Giubilei. Il perdono che ridona la vita”, Libreria Editrice Vaticana, 2024
Per introdurci consapevolmente al grande anno giubilare 2025, che vuole unire in modo originale il tema del perdono con la prospettiva della speranza affidata alla misericordia di Cristo, particolarmente prezioso è il catalogo della mostra presentata al Meeting 2024 sulla storia e la realtà dei Giubilei, perché permette di comprendere sia le caratteristiche della grande storia dei Giubilei sia i tratti originali del Giubileo della speranza che ci attende.

(Andrea Caspani)
Enrico Ruggeri, “Un gioco da ragazzi”, La nave di Teseo, 2020
La storia di due fratelli che, apparentemente per caso, si ritrovano in schieramenti opposti negli anni di piombo. Ruggeri riesce a raccontare in maniera coinvolgente ma equidistante uno dei periodi più bui della nostra storia recente. Interessante per chi li ha vissuti, da leggere per i più giovani.

Francesco Fadigati, “L’alba delle torri”, Bolis Edizioni, 2004
Un romanzo storico che racconta, attraverso un tormentato ritorno a casa, un medioevo affascinante e complesso. Questo romanzo è la prosecuzione de “La congiura delle torri” ma può essere letto come vicenda autonoma, dove continui colpi di scena incalzano un racconto coinvolgente e affascinante. Per poi scoprire che Folco (il protagonista) è mosso dagli stessi desideri che ci muovono oggi.

(Paolo Covassi)
Mario Tronti, “Il proprio tempo appreso col pensiero. Scritto politico postumo”, Il Saggiatore, 2024
C’è un futuro dietro di noi che irresistibilmente ci attrae. «La mia ala è pronta al volo», scrive Gershom Scholem, riflettendo sull’Angelus Novus di Paul Klee. Un angelo che guarda, dietro di sé, rovine e templi caduti. Su questo «volo a ritroso, perché la meta è l’origine», sempre più necessario in un tempo che sembra consegnarci altre rovine, ha riflettuto a lungo Mario Tronti. E continua a farlo, in questo frammento teologico-politico postumo. Come estrarre dal passato frammenti di futuro – si chiede Tronti? La sfida del «comprendere il proprio tempo col pensiero» è tutta qui: è risalire il fiume – non seguire la corrente.

Tim Ingold, “Il futuro alle spalle. Ripensare le generazioni”, Meltemi, 2024
Nel suo nuovo saggio, Tim Ingold presenta una riflessione provocatoria: “Il passato è davanti, il futuro alle spalle”. L’antropologo esplora il nostro rapporto con le generazioni, suggerendo che, anziché vederle come strati sovrapposti, dovremmo concepirle come fibre intrecciate in un’unica corda. Questa visione, che sottolinea la collaborazione tra generazioni, offre un’alternativa alla fede cieca nel progresso e nella tecnologia, proponendo una via per un futuro condiviso, fondato su un legame profondo tra il passato e le generazioni future. Una lenta tessitura di tempo e uomini, sentimenti e vocazioni: passi necessari per uscire dal circolo vizioso di un’immanenza senza storia. E oramai senza prospettiva.

(Marco Dotti)
Giovannino Guareschi, “Piccolo mondo borghese”, Rizzoli, 2018
Guareschi, genio molto famoso e poco conosciuto, ha saputo, come pochi altri, raccontare il secondo dopoguerra italiano e allo stesso tempo parlare di una umanità senza tempo. In questa raccolta, meno famosa rispetto a Don Camillo e Peppone, tanti personaggi umanissimi che popolano il “Mondo piccolo” e diverse storie di Natale commoventi.

“Il carteggio ritrovato”, di Aldo Moro e Pietro Nenni, Arcadia edizioni, 2024
Due galantuomini e due leader carismatici. Una politica di altri tempi, fatta dal dialogo e dal confronto anche umano. Una prospettiva interessante per conoscere un periodo decisivo per la storia italiana del secondo dopoguerra, la stagione del centro-sinistra.

(Matteo Fanelli)
Jon Kalman Stefannson, “La tua essenza è tenebra”, Iperborea, 2022
Un impressionante viaggio nel senso della vita e della morte, dell’amore e del dolore, ambientato nel nulla islandese, tra tensioni a vivere e domande sull’infelicità. Difficile trovare oggi pagine così dense e torrenziali: mai una banalità e (al contrario) sempre una luce (anche inquietante) accesa sull’eterno.

Douglas Adams, “Guida galattica per gli autostoppisti”, Mondadori, 2016
Cosa ci fa il signor Arthur Dent in giro per lo spazio con l’alieno Ford Perfect? Si confronta con i guai creati dall’umanità, con le potenze extraterrestri, e sfida il tempo. Comicità surreale, sarcasmo tecnologico ed eccezionale ritmo di scrittura per un classico insuperabile della Sci-Fi.

(Walter Gatti)
Vittorio Lingiardi, “Corpo, umano”, Einaudi, 2024
In un’epoca in cui il digitale è sempre più centrale nelle nostre vite, Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista, accademico, scrive un libro in cui riporta al centro della scena il corpo e gli organi che lo compongono. L’autore ne celebra la fisicità, ne ricorda il dolore, lo evoca come amico e nemico. Metterci il corpo, oggi più che mai, è un atto politico, sociale, perciò raccontarlo è uno dei modi per non lasciarlo svanire dietro a uno schermo.

René Daumal, “Il monte analogo”, Adelphi, 2020
Sotto le parvenze di un romanzo d’avventura, di una storia di montagna la cui vetta è la più alta di tutte le vette, un gruppo di singolari ed esperti alpinisti attraverso le loro storie, i dialoghi, le riflessioni, costituiscono una sorta di saggio filosofico in cui centrale è la liberazione della persona da ogni suo limite, il legame tra terra e cielo, il rapporto con la divinità e la ricerca, la curiosità, come motori per tendere a qualcosa d’altro nella propria vita.

(Eugenio Giannetta)
Michael J. Sandel, “La democrazia stanca. Nuovi pericoli e possibili soluzioni per tempi difficili”, Feltrinelli, 2024
Dopo l’acuto e provocante “La tirannia del merito”, il professore di filosofia politica e Teoria del governo all’università di Harvard, richiama l’attenzione sulle ragioni che hanno causato la crisi dei modelli di democrazia in Occidente. Una riflessione circostanziata, ricca di informazioni, per nulla compiacente con le letture più semplicistiche. Ma altrettanto risoluta nel non dichiarare il definitivo tramonto della democrazia.

Giovanni Testori colloquio con Luigi Giussani, “Il Senso della nascita”, Bur Rizzoli, 2023
Ecco qui il senso del dialogo. Diretto, franco, continuamente alimentato per scavare, per andare al punto. Due intelligenze che ragionano sul mistero del venire al mondo. Questione, da qualche tempo, assai sottovalutata. Nelle loro parole il fiotto caldo della potenza della speranza cristiana. Ma affrontata senza alcun cedimento alla teorizzazione. Sono pagine telluriche. Dove vibra la passione per l’uomo. Dove si fanno i conti con le ferite prodotte da una contemporaneità che flirta con il nichilismo. Due voci intonatissime che ci hanno regalato un dialogo prezioso. Attuale come pochi altri.

(Enzo Manes)
Benjamìn Labatut, “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”, Adelphi,2021
La nascita della scienza contemporanea è una sequenza di errori, assurdità e scelte discutibili che, spesso inspiegabilmente, hanno portato a scoperte incredibili. Una conferma che, citando il Shakespeare, “ci sono più cose in cielo e in terra che nella tua filosofia”

George Eliot, “Middlemarch”, Garzanti, 2006
Un affresco realistico della società inglese dell’800. Poveri e ricchi, idealisti o disonesti, tutti lasciano un segno, per quanto impercettibile nella storia. Il bellissimo epilogo “Se le cose per te e per me non vanno così male come avrebbero potuto essere, è dovuto in parte al numero di coloro che hanno vissuto fedelmente una vita nascosta e riposano in tombe mai visitate” è anche il finale di Una vita nascosta di Terrence Malick, sulla vicenda di Franziska e Franz Jägerstätter

(Beppe Musicco)
Stefano Caprio, “Lo zar di vetro – La Russia di Putin”, Jaca Book, 2020
Si trattasse solo di Ucraina… Il grande inganno mediatico nel quale siamo intrappolati dal 24 febbraio 2022, data di inizio della guerra tra i due maggiori paesi slavi, non regge davanti a un’analisi scritta in tempi non sospetti, due anni prima degli eventi. La Russia contemporanea è costituzionalmente orientata verso l’aggressività e la negazione del diritto. L’impasto ideologico sciovinista che cerca di tenere insieme i pezzi di un paese annichilito da inefficienza e corruzione è un tragico déja vu nell’Europa degli ultimi due secoli. Con in sovrappiù l’umiliante ruolo svolto dalle gerarchie della Chiesa ortodossa che in cambio delle briciole cadute dal tavolo del potere fanno da stampella a un regime satrapico formato dai cascami del vecchio comunismo in decomposizione.

Bernard-Henry Lévy, “Solitudine d’Israele”, La nave di Teseo, 2024
Ancora più imperdonabile dell’omicidio dei figli d’Israele è costringere Israele a uccidere i figli dei suoi assassini… E’ un verso di qualcosa di simile a una litania con cui si conclude l’ultimo appassionato libro di Bernard-Henri Lévy, La conclusione è un canto di angoscia e speranza ispirato dal salmo 137; Se ti scordassi, Gerusalemme, si inaridisca la mia destra. Come è avvenuto che dall’onda di dolore e sdegno per il pogrom del 7 ottobre il fronte dell’empatia si sia rovesciato fino al nuovo clima di antisemitismo che sta infettando anche i paesi considerati “civili”? Colpa solo di Netanyahu? C’è ben altro. Il vero nemico del partito dell’odio è la verità. E il suo alleato è la perdita di memoria. Dello spirito e dell’anima. Se scordiamo, non solo la mano ma il cuore è destinato a inaridirsi.

(Walter Ottolenghi)
Claire Keegan, “Un’estate”, Einaudi, 2023
Un piccolo libro, lieve e potente insieme. Una bambina viene affidata per un’estate a una coppia di lontani parenti, nella campagna irlandese. Poche settimane di vita quotidiana, ma che basteranno per fare esperienza di che cosa vuol dire essere amati. E per stemperare un dolore. I vicini non capiranno.

Paolo Malaguti, “Il Moro della cima”, Einaudi, 2022
Un uomo e la “sua” montagna. Il Moro è figlio della “Grapa”, di lei conosce tutto: sui suoi pendii e sulle sue rocce è stato giovane guardiano di vacche, guida per i primi escursionisti, rifugista quasi ante litteram. Poi la Grande Guerra cambierà tutto. E quella cima familiare diventerà un maschio, iconico, snaturato Monte Grappa.

(Roberto Persico)