Restare umani

Numero 36
13 ottobre 2023

RESTARE UMANI

E così, improvvisa, una nuova guerra con un’altra in corso. E altre guerre – le definiscono a bassa intensità – qui e là nel mondo. Viviamo con il rischio dell’abitudine addosso. La guerra fa il suo corso. Il suo mestiere poco nobile.
E ci ritroviamo umanamente un po’ così. Sballottati. Confusamente confusi. Quella confusione che corrode, entra dentro, colpisce al cuore. Pasolini – lui c’è sempre a movimentare la scena – scuote, interroga, si fa avanti mettendoci tutta la sua non rassegnazione. La sua confusa non rassegnazione (vedi l’editoriale).
Umanamente confusi davanti all’umano soccombente in Terra Santa. Che fa male il solo pensarlo. Eppure è così. I terroristi di Hamas che fanno scempio. Israele in difficoltà. E ora? Andrea Avveduto, nostro collaboratore e attento osservatore di Pro Terra Sancta, prova a ragionare – fuor d’emozione – su quel che potrebbe succedere, anche nell’intera area.
E le ipotesi sono la conferma che la confusione è tanta. Altra emergenza: i migranti. La debolezza della politica europea, la continua pratica dello scaricabarile non fanno che mantenere viva la drammaticità della situazione.
Eppure sono passati dieci anni dalla strage in mare a Lampedusa. Sembra proprio invano (Alessandro Banfi intervista a Mario Mauro, analista, già vice presidente del Parlamento europeo e ministro della Difesa). Il declino dell’umano determina uno stato delle cose profondamente instabile. Walter Ottolenghi ne scrive a proposito delle ragioni che hanno portato al declino dell’Occidente.
Ragioni culturali profonde. Che pochi vogliono vedere. Eppure c’è qualcosa che può ancora rimettere in circolo l’uomo. Nel podcast il pensiero di Giorgio Pressburger che, tornando a Nietzsche, pone il tema della ricerca di senso. Della verità che non opprime la vita ma la dà. Dell’uomo da riscoprire nella sua essenza. Quell’uomo che oggi appare confuso. In una parola: vittima di sé medesimo. 
E la parola può tornare a essere quel che dovrebbe essere: portatrice di significato autentico.E di parole, di significato, di umanità, di studenti, di professori ecco la vita della scuola. Che è tornata con l’avvio dell’anno scolastico. Il luogo dove ogni giorno si rischia un’ipotesi, un rapporto, un gesto naturale. Paolo Covassi, professore alle superiori, racconta di questo nuovo inizio. Del suo nuovo inizio. 

E, come sempre, gli editoriali per immagini di Francesco Santosuosso.

Buona lettura e buon ascolto.