Influenze

© Copertina numero 25

Numero 25
10 marzo 2023

INFLUENZE

Ci sono influenze e influenze. Nell’arte, nella cultura, ad esempio. In quel caso c’è l’artista, il pensatore che si ispira a quella corrente, a quella scuola di pensiero. Beninteso, badando a non appiattirsi ma perseguendo un proprio stile, traendone così un elemento di novità.
Ovvero: influenze positive che stimolano ad andare avanti magari infine prendendone le distanze, perché superate.
Poi ci sono altre influenze che, particolarmente oggi, vanno per la maggiore con il trionfo della rivoluzione digitale. I
l numero della rivista approfondisce il tema non banale con un approfondimento di Alessandro Banfi che invita alla riflessione su quel che esprime il filosofo coreano, ma di stanza in Germania, Biung- chul Han, nel suo ultimo pamphlet intitolato Infocrazia; e un affondo di Gianfranco Fabi sulla presenza in rete di influencer finanziari che non hanno alcun titolo per suggerire investimenti.
La lettura consequenziale dei due contributi permette di prendere un po’ le misure con aspetti del quotidiano che, direttamente o indirettamente, fanno parte della vita di tutti. Influenze che dovrebbero preoccupare.
Ma, a dire il vero, piuttosto le assorbiamo se non addirittura assecondiamo. In gioco c’è la libertà. Perché la rivoluzione digitale contiene il pericolo del dominio. E della nostra sottomissione. Tranquilla, così come compiaciuta. E poi ci sono le buone influenze che lascia la grande musica. Lucio Dalla e Lucio Battisti, il 4 e il 5 marzo avrebbero compiuto ottant’anni. Walter Gatti ne scrive per sottolineare la qualità assoluta del loro essere artisti. Ciascuno a modo proprio.
Con Dalla si va al fondo delle questioni. Con domande che lasciano il segno. Canzoni che sono vere e proprie esperienze. Un autore straordinario che non teme di andare a vedere com’è profondo il mare. Perché le domande che lo incalzano lo muovono. Lo scuotono. E sono immersioni in compagnia del mistero acceso a domande di vita.
E tante domande suscita il fenomeno dell’immigrazione. E della mancata vera accoglienza. Massimo Romanò ha incontrato giovani immigrati irregolari che fanno la carità davanti a panetterie. Nella Milano delle belle vetrine, della Milano ZTL. Della Milano che influenza il modo di leggere il reale. Un’influenza che è malattia e non curiosità e avvio di un processo personale di conoscenza.
II PODCAST è un memorabile corpo a corpo con Fedor Dostoevskij. Ascoltare sue pagine con la voce del grande attore Massimo Popolizio.
E, come sempre, aiutano a districarsi nel mare magnum delle influenze gli editoriali per immagini di Francesco Santosuosso.
Buona lettura e buon ascolto.