Pasolini, il poeta che sfidò il nullaA cinquant’anni da “Trasumanar e organizar” (giugno 1971)
Martedì 25 maggio 2021 ore 21:00
In streaming sui Social CMC
intervengono
Pietro Bocchia, insegnante
Daniele Mencarelli, scrittore e poeta
Tommaso di Dio, poeta e insegnante
coordina
Francesco Napoli
“Ho un affetto più grande di qualsiasi amore (…)
Tutte le esperienze dell’amore
Sono infatti rese misteriose da quell’affetto
In cui si ripetono identiche”
Un affetto e la vita
“Oh sfortunata generazione
piangerai, ma di lacrime senza vita
Poiché forse non saprai neanche riandare
a ciò che non avendo avuto non hai neanche perduto”
Poesia della tradizione
Anno cruciale il 1971, per la società italiana e non solo.
“Trasumanar e organizar” pubblicato nel giugno 1971 è il libro di svolta dove la poesia, la parola, vera anima di Pasolini incontro e si scontra con lo scoglio del cambiamento antropologico e culturale che sta avvenendo nell’umano.
Se i temi di Le Ceneri di Gramsci trovavano ancora il canto, in Trasumanar e organizar la parola poetica tenta un nuovo approccio al reale, mutando segno, lunghezza e forza. Va verso gli Scritti Corsari, non solo come temi, ma anche, come essi documenteranno, un accento della vita che plasma, nei Corsari, il giornalismo qui fa divenire “civile” più forte, più epocale, ma con tratti ancora di tenerezza, la poesia, paragonabile in alcune parti a Eliot
In questa raccolta Pasolini compie la svolta di consapevolezza, già peraltro tutta contenuta in Poesia in forma di rosa e nelle Ceneri, di una società a rischio di perdita di sè stessa, la svolge in un dialogo profondo tra sé (e l’io di tutti) e il manifestar e organizar della cultura di quegli anni che andavano disarticolando il rapporto tra l’io e il mondo, e il popolo. Non solo un titolo ma una questione anche Dantesca, “Trasumanar significar per verba non si poria..”).
Il Centro Culturale di Milano ha impostato il suo annuale Ciclo dedicato alla Poesia curato da Francesco Napoli, sulle proposte di tre autori decisivi per la cultura e che hanno saputo parlare a quella generazione e alle seguenti: Montale, Luzi e Pasolini.
Siamo intervenuti su “Satura” di Eugenio Montale, dove l’autore inizia a guardare il tema del fine ultimo in rapporto alle cose.
“Su fondamenti invisibili”, dove Mario Luzi sposta il baricentro del canto della sua generazione collocandosi, con un linguaggio diretto e contemporaneo, nel punto di scontro della realtà senza temere lo sguardo all’Infinito.
Un ciclo e un modo per capire l’ora e il dopo, cuore di ogni visione concreta e alta della poesia, scuola per quella contemporanea. Spunto fecondo per tutti noi, utilissimo per scuole, insegnanti e … poeti.
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