Nanni Moretti, Pasolini, Keith Jarrett: cinque minuti di misteriosa verità

Il piano sequenza in un film del regista romano: “Caro diario”. Le immagini che portano la vespa del regista attore all’Idroscalo di Ostia dove è stato ucciso (in avvio di novembre saranno cinquant’anni) il poeta civile e grande intellettuale. La musica del compositore e pianista Keith Jarrett che non fa da semplice tappeto sonoro ma è tutt’uno con ciò che succede sullo schermo. A rendere commovente e partecipativa quella visione così sincera, pietosa, grata. Quasi un pellegrinaggio. Cinquant’anni fa la magica improvvisazione del musicista statunitense registrata dal vivo all’Opera Haus di Colonia. Un concerto che stava per saltare per più di un inconveniente. Non è stato così. Quell’evento è divenuto l’album di jazz solo più venduto della storia. Da apprezzare nella meravigliosa parte finale del primo episodio della pellicola Palma d’Oro a Cannes nel 1993. Per poi, magari, tuffarsi completamente nell’ascolto di quella autentica magia sonora.


14 febbraio 2025
Incontri imprevisti
di Enzo Manes

Keith Jarrett al piano The Koln Concert 1975

Il minuto che apre alla pietas, ai sentimenti più veri che svelano qualcosa d’altro, è il minuto 22. Di un film: “Caro Diario” di Nanni Moretti (1993), Palma d’Oro al Festival di Cannes. Da quel momento, da quel momento spartiacque non solo della pellicola ma probabilmente di tutta la filmografia del regista romano, il suo girovagare in Vespa per le vie di una inedita Roma ferragostana sterza, va via, pellegrina verso un punto preciso. Il protagonista, Moretti ovviamente, ha da raggiungere un luogo di morte che ancora offende. E noi con lui. In una visione che è quasi un abbraccio per non restare soli in quel procedere dolente. Il piano sequenza di cinque minuti è l’invito a salire in vespa con lui. Per andare insieme. Là. Quegli indimenticabili cinque minuti di tragitto sono motivati dall’uomo in Vespa, maglietta nera e caschetto bianco, con queste semplici parole: “Non so perché ma non ero mai stato nel posto dove era stato ammazzato Pasolini”. Quel posto è l’Idroscalo di Ostia dove è stato eretto un fragile monumento bianco a ricordo della mattanza del poeta.

Qui la sequenza Video-Audio  https://www.youtube.com/watch?v=CaZfXfW6qxA

Fotogramma finale di Caro Diario-In Vespa verso Ostia – Film di Nanni Moretti, 1993

La magnificenza della colonna sonora

Nella notte tra l’1 e 2 novembre 1975, tra la festa di Ognissanti e il giorno dei morti, il delitto. Quest’anno andrà a concludersi con questa tristissima ricorrenza. E saranno trascorsi cinquant’anni da un distacco esploso in quel modo tanto misero. E meschino. Uno strappo alla vita da vita violenta. Che ancora si porta appresso mille perché. Nessuno ultimativo. Parecchi poco o per nulla significativi. Quella volta è morto un uomo, uno dei pochissimi intellettuali che merita di essere definito tale. Avremo modo di tornare al suo pensiero nel corso dell’anno. Stavolta, però, prendiamo quei cinque minuti per soffermarci sulla magnificenza della colonna sonora. Perché Nanni Moretti sceglie di affidare a un capolavoro del pianista Keith Jarrett il contrappunto di note a quel cammino per immagini su due ruote. L’unità stilistica tra piano sequenza e suono è un tuffo al cuore. I suoni del pianoforte appartengono al memorabile concerto di Colonia, “The Koln concert”, perfomance registrata dal vivo al teatro dell’Opera Haus della città tedesca proprio cinquant’anni fa, il 24 gennaio 1975 e pubblicato nel dicembre dello stesso anno, dunque un mese dopo l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Quell’album uscì ben presto dal seminato della musica jazz vendendo un numero assai elevato di copie, oltre quattro milioni. Cosa che è riuscita solo e anche in misura decisamente maggiore, al trombettista Miles Davis con il celeberrimo “Kind of blue” uscito nel 1959. Tra i due musicisti vi era grande stima. Nel biennio 1970 – 1972 Davis volle il pianista americano nel suo gruppo. E ne parlò sempre benissimo.

Una cascata di creatività

Keith Jarrett salì sul palco che si era fatta notte, intorno alle 23.30. Il pianista ha 29 anni e già una solida carriera dovuta alla sua indiscutibile qualità. Eppure diversi inconvenienti avrebbero potuto impedire che la magia di quella sera prendesse corpo. Jarrett aveva viaggiato su un’auto scomoda per raggiungere la destinazione e questo gli aveva provocato forti dolori alla schiena. Ma, quel che è peggio, l’organizzazione non aveva fatto trovare il pianoforte da lui richiesto. Jarrett, a quel punto, decise che non avrebbe suonato. Tutto finito prima di incominciare: Colonia addio? Invece no. Alla fine si convinse anche per rispetto dei 1400 paganti che lo attendevano con enormi aspettative. Quando le sue dita incontrarono la tastiera lui sa bene che quello è un pianoforte che non gli avrebbe potuto darà alcunché. Uno strumento mediocre. Punto. Jarrett iniziò a suonare. E solo a improvvisare. Ha pensato così per quell’evento. L’ostacolo oggettivo diventò un’opportunità. E non per modo di dire. Infatti quel che accadde ha dell’incredibile, del miracoloso. Il dolore alla schiena è lancinante ma lui con la musica lo addomestica. Jarrett stava vivendo l’esperienza della trance artistica. I polpastrelli andavano sulla buona strada della tastiera. Il suono da quel mediocre pianoforte usciva comunque straordinario. Una musica magnetica, struggente, anche con venature gospel veniva al mondo. Semplice e complessa al tempo stesso. Poche note e un’infinita cascata di creatività.

Borgate romane quando insegnava alle Medie Inferiori

Musica epocale per un frammento filmico epocale

Ecco, quella trance divenuta estasi, registrata dal vivo, finirà dunque in un album senza tempo. Tra le cose migliori della copiosissima produzione del pianista purtroppo terminata per via di una malattia che da qualche anno ne ha interrotto l’attività. Nanni Moretti non avrebbe potuto trovare musica più indovinata per la parte conclusiva del primo episodio di “Caro Diario”. Per quel frammento epocale dedicato a Pier Paolo Pasolini. Per quel tributo pietoso all’uomo, al poeta civile, all’intellettuale inafferrabile. A quella voce provocante e provocatoria che ci manca eccome. Come solo le cose importanti per davvero. Comunque, su Youtube, quei preziosissimi cinque minuti si trovano con estrema facilità. Confido che anche al lettore scatti immediatamente dopo il desiderio di vedere (o rivedere) il film e di ascoltare (o riascoltare) la meraviglia di un disco che avrebbe potuto non vedere mai la luce. Ma la luce che viene dalla nascita ha vinto!