“Murder in the Cathedral” di T. S. Eliot a San Simpliciano

Venerdì 20 ottobre ore 21.00

“Murder in the Cathedral”
di Thomas Stearns Eliot
in scena nella antica Basilica di San Simpliciano

Ingresso libero
Gradita prenotazione qui:

Registrati ora

Tipologia biglietto: Quantità Per biglietto
Posto unico
400 rimasti
Gratuito
Quantità Totale

Il CMC apre il suo Programma di proposte per l’anno 2024/25 con la parola incarnata del teatro del dramma di Eliot.
Il Centro Culturale di Milano e la Comunità Pastorale Paolo VI, composta dalle parrocchie S. Marco, S. Maria Incoronata, S. Bartolomeo, S. Simpliciano, promuovono questo evento che si realizza con e grazie al Laboratorio teatrale dell’Istituto don Gnocchi di Carate Brianza, di giovani studenti liceali con l’attore e regista Andrea Carabelli,
La grande parola della letteratura, forse mai in modo così acuto, ripone per ciascuno, oggi, la sfida, anche di fronte all’ingiustizia e omologazione, di una nuova forma di nuova libertà e della speranza, quasi sconosciuta alla contemporaneità, il potere della responsabilità e di quello che nullifica l’uomo.
La Basilica di San Simpliciano, così significativa per Milano e suggestiva per il suo antico romanico e il magnifico grande affresco del Bergognone, diviene luogo coerente con il testo di Eliot per quel legame di amicizia tra s. Ambrogio e Simpliciano, legame di comunione che genera testimoni nel tempo e genera storia umana.
Rappresentato per la prima volta al Festival di Canterbury nel 1935, Murder in the Cathedral è il primo dramma teatrale compiuto del grande poeta inglese Thomas Stearns Eliot, Nobel nel 1948.
“Noi non vogliamo che accada qualcosa. Siamo riusciti a vivere, vivendo e in parte vivendo. Il genere umano non può sopportare tanta realtà” (il Coro)
“Tommaso Becket arcivescovo di Canterbury, si è consegnato martire non per la presunzione, o l’illusione, di cambiare la storia, ma per essere segno di libertà per il suo popolo. Cosa accade, cosa cambia in noi davanti a un testimone? Nel cuore umano si apre una ferita che permette alla grazia di realizzare la vocazione di ognuno” Così don Fabio Baroncini, sacerdote ambrosiano raccontava ai giovani (dal libro Tiepidi … mai, BUR).

Continua a leggere

Il protagonisti sono Thomas Becket arcivescovo di Canterbury (arcivescovo e primo ministro) e il Coro, voce del cuore, della titubanza e della aspirazione, il sovrano (re Enrico Platageneta) col quale avviene lo scontro sulla libertà della chiesa, i suoi Tentatori verso Thomas, voci profonde che arrivano al cuore, i Cavalieri.
Il potere comanda fin dentro il legame tra l’io e la realtà, Thomas Becket, il protagonista, ritorna per dare invece la sua testimonianza.
Il testo Murder in the Cathedral di Eliot è un genio capace di leggere i dolori, le solitudini e le contraddizioni della contemporaneità alla luce, sentito con la sorpresa di un fatto accaduto nella storia, quell’avvenimento cristiano al quale si convertì, che crea scompiglio nel mondo ordinato.

“La scrittura del testo è anche quella della sacra rappresentazione. La vicenda che infatti ripercorre è quella della Passione di Cristo: il ritorno in patria di Becket a Canterbury, di cui è Arcivescovo, rievoca l’entrata di Gesù in Gerusalemme acclamato dalla folla; le tentazioni di Gesù nel deserto vengono rivissute dall’Arcivescovo negli incontri coi quattro tentatori” spiega il regista Andrea Carabelli.

Rappresentato in tre serate lo scorso ad ottobre 2023 dalla scuola Istituto Culturale don Gnocchi di Carate Brianza presso la Basilica di Ss. Pietro e Paolo ad Agliate Branza e nella Chesa ad Almenno San Salvatore dal Teatro DeSidera.

Il Laboratorio teatrale dell’Istituto don Carlo Gnocchi, ideato dalle proff. Marina Fumagalli e Marta Parravicini e diretto da Andrea Carabelli, ha scelto quest’opera per celebrare il suo ventesimo anniversario di ininterrotta attività.

La sua pluridecennale storia di rappresentazioni con protagonisti gli studenti, offerte a tutto il territorio della Brianza e non solo, annovera spettacoli come Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello; Antigone di Sofocle; La tempesta di Shakespeare; Tre sorelle di Čechov, e la collaborazione con grandi artisti del calibro di Franco Branciaroli. Un percorso lungo vent’anni che testimonia la valenza del teatro per l’educazione: l’uso della parola per porsi nel mondo, l’incarnazione della parola nel corpo che si muove sulla scena, l’attualizzarsi della storia nel dramma umano. Non appena un corso integrativo dunque, ma un’esperienza straordinaria per i ragazzi, di risveglio e scoperta di sé, unendosi all’autorevolezza di autori e contenuti. Una vera possibilità di penetrare esistenzialmente lo sconfinato mistero che tutte le materie scolastiche portano con se.

Uno studio connaturato inseparabilmente alla dimensione pubblica, lanciato nel lavoro per comprendere il testo, per adattare la propria espressione fisica a ciò che, attraverso quel testo, deve accadere, non appena per sé, ma per tutti.