Un modo nuovo di abitare il mondo. La fede e l’umano

Giovedì 26 gennaio 2023 ore 20.45
Auditorium CMC – Largo Corsia dei Servi, 4 Milano

con
Luigi Maria Epicoco
Sacerdote e filosofo, autore de La scelta di Enea (Rizzoli)
Daniele Mencarelli
Scrittore, autore del nuovo romanzo Fame d’aria (Mondadori)
coordina Alberto Della Frera , docente di Filosofia, Istituto Culturale don Gnocchi

Il presente scarseggia di speranza, ma sono proprio sia le attese vere, le esigenze ed evidenze del cuore, sia l’incertezza e i drammi del nostro tempo che vediamo in tante situazioni, che ci spinge a guardare a capire.

Un altro appuntamento del ciclo “Il punto di partenza” un incontro nel quale due protagonisti si trovano e conoscono per la prima volta.
Un filosofo, teologo, sacerdote, tra gli autori più letti e seguiti sui Social, Luigi Maria Epicoco e uno scrittore tra i più seguiti e letti del nuovo panorama letterario, Daniele Mencarelli che accompagna col nuovo libro Fame d’aria, Mondadori.
Si apprende con gli occhi, scrive Epicoco, mettendo a tema, in un bellissimo libro, la lettura del nostro tempo. Un invito a lasciarsi guidare da testimoni, scoprendo l’esperienza di sé stessi in qualcuno che si può guardare, che ci testimonia un criterio che attrae e risponde alla contraddizione e soprattutto alla nostra pochezza. Ricongiungendo io e comunità, persona e popolo.
Ne “La scelta di Enea – Per una fenomenologia del presente”, Epicoco scorre il poema antico dell’Eneide riletto dentro i nostri giorni, guardando dentro l’impossibilità, il desiderio, il rischio, la comunità che sentiamo oggi.
Come testimonia il perno dei romanzi -della “trilogia” lo scrittore Daniele Mencarelli. Il cammino si può perdere e ritrovare, come mai e come è possibile che esista questa risurrezione ?
Una serata per confrontare e trovare un modo nuovo abitare il mondo, in un dialogo tra loro e il pubblico.

“Il nostro tempo scarseggia di speranza e ha bisogno di guardare e di credere nella primavera in attesa sotto la neve dell’inverno che stiamo vivendo.” Luigi Maria Epicoco.

“Non serve capirecomprendere. Serve accogliere l’umano con tutta la forza che ci è concessa” Daniele Mencarelli.

Puoi vedere qui la presentazione a Milano, al CMC di Sempre tornare di Daniele Mencarelli (2022)

https://www.centroculturaledimilano.it/sempre-tornare-il-nuovo-libro-di-daniele-mencarelli/

La scelta di Enea di Luigi maria Epicoco
“L’uomo è un essere imitativo, apprende la vita con gli occhi. Questo è il motivo per cui in ogni tempo e in ogni luogo ha sempre fissato lo sguardo su qualcuno per capire sé stesso.” Ed è proprio questa sua peculiare caratteristica ad aver dato origine a testi come l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, ma anche testi sacri come la Bibbia o in tempi più recenti la Divina commedia, le commedie di Shakespeare, o spostandoci verso i giorni nostri Il Signore degli Anelli e forse anche lo stesso Harry Potter. Testi che toccano l’immaginario collettivo presente in ciascuno di noi e lo guidano, attraversando così i secoli e le generazioni. Tra queste opere ce n’è una che, secondo Epicoco, si presta più delle altre a essere la chiave di lettura del presente: l’Eneide di Virgilio. “Alcuni passaggi decisivi della vita di Enea e della sua personalità mi sono parsi i più congeniali a illuminare il tempo attuale.” E così, dopo una riscrittura in chiave narrativa di quei passaggi, l’autore condivide con noi una riflessione più ampia del tema di fondo allo scopo di “ricollegare l’immaginario con la storia attuale e con le possibili scelte e opportunità che ci si aprono davanti. ”La scelta di Enea” diventa così la rilettura di un’opera fondante della nostra cultura e al contempo uno strumento per interpretare la contemporaneità. Una lente attraverso la quale riflettere sul presente che “scarseggia di speranza e ha bisogno di guardare e di credere nella primavera in attesa sotto la neve dell’inverno che stiamo vivendo.”

Tutte le volte che vogliamo parlare della vita, facciamo l’errore di pensare a essa come a un oggetto che può restare fermo davanti a noi ed essere descritto…  mentre il vero metro di giudizio dei cambiamenti è dato dall’osservazione del nostro modo di reagire davanti a ciò che capita (..)

Troppe volte abbiamo messo ordine nei nostri ragionamenti ma abbiamo conservato la stessa modalità di reazione davanti agli eventi

 

Fame d’aria, il nuovo romanzo di Daniele Mencarelli
Lo scrittore fa i conti con uno dei sentimenti più intensi: l’amore genitoriale, e lo fa portandoci per mano dentro quel sottilissimo solco in cui convivono, da sempre, tragedia e rinascita.

Tra colline di pietra bianca, tornanti, e paesi arroccati, Pietro Borzacchi sta viaggiando con il figlio Jacopo. D’un tratto la frizione della sua vecchia Golf lo abbandona, nel momento peggiore: di venerdì pomeriggio, in mezzo al nulla. Per fortuna padre e figlio incontrano Oliviero, un meccanico alla guida del suo carro attrezzi che accetta di scortarli fino al paese più vicino, Sant’Anna del Sannio. Quando Jacopo scende dall’auto è evidente che qualcosa in lui non va: lo sguardo vuoto, il passo dondolante, la mano sinistra che continua a sfregare la gamba dei pantaloni, avanti e indietro. In attesa che Oliviero ripari l’auto, padre e figlio trovano ospitalità da Agata, proprietaria di un bar che una volta era anche pensione, è proprio in una delle vecchie stanze che si sistemano. Sant’Anna del Sannio, poche centinaia di anime, è un paese bellissimo in cui il tempo sembra essersi fermato, senza futuro apparente, come tanti piccoli centri della provincia italiana. Ad aiutare Agata nel bar c’è Gaia, il cui sorriso è perfetta sintesi del suo nome. Sarà proprio lei, Gaia, a infrangere con la sua spontaneità ogni apparenza. Perché Pietro è un uomo che vive all’inferno. “I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria, e la malattia di un figlio, tanto più se hai un solo reddito, diventa una maledizione.” Ma la povertà non è la cosa peggiore. Pietro lotta ogni giorno contro un nemico che si porta all’altezza del cuore. Il disamore. Per tutto. Un disamore che sfocia spesso in una rabbia nera, cieca. Il dolore di Pietro, però, si troverà di fronte qualcosa di nuovo e inaspettato. Agata, Gaia e Oliviero sono l’umanità che ancora resiste, fatta il più delle volte di un eroismo semplice quanto inconsapevole.