La corsa dei russi a leggere “1984” di George Orwell

Nel 2022 il libro più venduto nel Paese del dittatore Putin è stato il capolavoro dello scrittore nato in India nel 1903. Il 25 giugno saranno 120 anni. Il regime ha cambiato le carte in tavola dicendo che l’opera non è un attacco al totalitarismo ma al liberalismo in crisi profonda. La manipolazione della realtà, la verità che non esiste, l’uomo un soggetto solo da comandare. Nei regimi è così che funziona. Ma le cose non stanno in quel modo lì. Nella Russia in guerra il popolo tenta di resistere come può: anche leggendo quale volto assume la realtà quando il Grande Fratello detta la sua legge: fa fuori l’io, l’amore, il pensiero. Insomma, la vita.


13 gennaio 2023
Editoriale

Le parole sono forti, da non credere. Eppure… Le troviamo in chiusura della prima parte del romanzo “1984” di George Orwell:
«La guerra è pace
La libertà è schiavitù
L’ignoranza è forza
Verrebbe da dire: c’è qualcuno che, cum grano salis, può pensare che sia così? Che vada bene a quel modo lì?

Un mondo immondo

Orwell intende la questione come segno di una deriva, come l’affermazione di un mondo immondo. Il libro, uscito la prima volta a Londra nel 1949, racconta di immensi superstati dove è concesso tutto tranne la cosa più importante: vivere. È il nuovo ordine del mondo che atrofizza l’io, spegne il pensiero, ingabbia la ragione. Un romanzo tra il fantascientifico e il distopico, molto letto. E forse considerato un po’ eccessivo nel dispensare un quadro della realtà senza speranza dove qualsiasi tentativo di resistenza umana può nulla davanti alla legge imposta, secondo uno schema ambiguo e sinuoso, dal Grande Fratello. Per i resilienti (si contano, infine, sulle dita di una mano) vi è l’esperienza della rieducazione forzata (roba da dittature o, come si dice oggi, da autarchie): «Il tuo recupero (…) comprende tre stadi: apprendimento, comprensione, accettazione (…)». Un recupero, che è poi una resa, per finire dritti nell’abisso dell’obbedienza deprivata. Nel caso delle odierne dittature a varie tinte i metodi possono essere anche più spicci: l’altro che non corrisponde si elimina. Altro che recupero omologato. 
Il richiamo a “1984” si motiva con il fatto che nella Russia di Putin il libro più venduto nel 2022 è stato proprio il capolavoro di Orwell.
Nell’anno della guerra, dell’invasione all’Ucraina fa un po’ specie. E la terzina più sopra evidenziata suona oltremodo sinistra.
In quel Paese dove la manipolazione della verità è all’ordine del giorno. Dove i figli della patria vengono mandati a morire con la retorica di una verità farlocca che li chiama, per l’appunto, figli.
Le madri piangono, lorsignori architettano.

Un libro strumentalizzato

Cosa attira i russi verso quel libro dal contenuto così profetico e per loro così attuale? È una forma culturale di resistenza attiva davanti al pugno di ferro del tiranno?
Piace pensare che sia così e non come ha interpretato l’agenzia di stampa ufficiale (la purtroppo famosa Tass) che, in ossequio ai politici burocrati, ha spiegato che Orwell non ce l’aveva con il totalitarismo bensì con il liberalismo in crisi profonda. Quindi da Orwell arriverebbe un aiuto fondamentale a mantenere e semmai allungare le distanze dall’Occidente corrotto. Una spiegazione paradossale, tipicamente di regime. Totalmente scentrata, priva di sensatezza.
La battaglia contro l’uomo si combatte anche così. Prendendo la mira, con l’obiettivo di fucilare, la verità. La verità, sappiamo, ha molte vite. Non può finire mai. Ecco allora che i russi non se la bevono quella “disinformazia”. Subiscono e reagiscono come possono. La storia, d’altronde, la conoscono: i Gulag non sono stati un’opinione.
Fino al 1988 il libro oggi primo in classifica era messo al bando. Considerato pericoloso. Il potere aveva ragione. Adesso che per l’acquisto è ancora disponibile nelle librerie e nelle piattaforme digitali sta diventando un’insidiosa ed efficace arma di risveglio umano. Pagine orwelliane preziose per quel popolo sofferente e soffocato. Pagine preziose anche per noi. L’attacco al cuore dell’uomo, alla libertà della persona è cosa mai da sottovalutare.