La buona politica e il padrone del mondo

Papa Francesco al G7 ha sferzato i potenti della terra richiamando la centralità della politica come forma più alta di carità e amore. Parole che appartengono al pensiero di suoi predecessori e in particolare a Pio XI e Paolo VI.  E per denunciare i pericoli di un futuro senza politica li ha invitati a un bagno di realtà leggendo il famoso e assai attuale romanzo di Robert Hugh Benson. Perché in gioco c’è la verità dell’uomo e il suo desiderio di libertà e felicità. Perché in gioco c’è tutt’altro che un gioco di fantascienza.


21 giugno 2024
Editoriale

Papa Francesco parla al G7 presieduto dal premier dell’Italia Giorgia Meloni

Nel novembre del 1970 papa Paolo VI regalò al mondo un documento di grande significato in occasione del venticinquesimo anniversario della nascita della FAO (l’organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura) a proposito di carità e progresso sociale. Ne mettiamo volentieri a fuoco un passaggio, densissimo, assai pertinente quale contributo critico e, dunque, propositivo, per questo tempo così incerto e succube al metodo violento: «Se la giustizia sociale ci fa rispettare il bene comune, solo la carità sociale ce lo fa amare. La carità, che vuol dire amore fraterno, è il motore di tutto il progresso sociale. In nessun caso le preoccupazioni di ordine militare, né le motivazioni di ordine economico, permetteranno di soddisfare alle gravi esigenze degli uomini del nostro tempo. È necessario l’amore per l’uomo: l’uomo si consacra e dedica all’uomo, perché lo riconosce come suo fratello, come il figlio del medesimo Padre e – aggiunge il cristiano – come l’immagine del Cristo sofferente, la cui parola deve scuotere l’uomo fin nelle sue più intime fibre: Avevo fame e voi mi avete dato da mangiare… Questa parola di amore è la nostra. Noi ve l’affidiamo umilmente come il nostro tesoro più caro, come la lampada della carità, il cui fuoco bruciante divora cuori e la cui fiamma ardente rischiara il cammino della fraternità e guida i nostri passi lungo i sentieri della giustizia e della pace».
Tema provocante per tutti, in particolare per chi è investito di responsabilità sul terreno decisionale della politica. Come ha inteso ricordare papa Francesco al G7 pugliese quando ha ricordato – rifacendosi a una celebre espressione di Pio XI ma di cui è evidente il lascito nel pensiero più sopra indicato di Paolo VI – che “la politica è la forma più alta della carità, la forma più alta dell’amore”. La frase che contiene un opportuno giudizio soprattutto in considerazione del contesto in cui è maturata, evidenzia l’esigenza di una buona politica perché senza di essa il futuro prenderebbe una piega ostile, in modo definitivo, alla libertà della persona e alla convivenza fra uomini.

© Uliano Lucas manifestazione in piazza Duomo a Milano

La politica serve!

È un fatto da non sottovalutare che la gran parte dei potenti della terra convenuti a Borgo Egnazia abbia potuto ascoltare quel richiamo così “politico” del papa, così preciso e incisivo. Rafforzato da un altrettanto preciso invito alla lettura di un romanzo uscito nel 1907 a lui assai caro: “Il padrone del mondo” di Robert Hugh Benson”. Perché, ha spiegato “fa vedere il futuro senza la politica”. E ha proseguito: “Può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica? La nostra risposta a queste ultime domande è: no! La politica serve! Davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura. Sempre c’è la tentazione di uniformare tutto. La società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo.

Partnership pericolosa

Nella prospettiva indicata dal papa si comprende tutta la drammatica attualità del richiamo alla politica quale forma più alta di carità e amore. In assenza di buona politica non può che farsi strada la figura assai concreta del padrone del mondo. E oggi l’incontro tra il padrone del mondo e l’intelligenza artificiale rischia di risultare una partnership straordinariamente potente. E stordente. Una partnership ambiziosa ma non certo distanza dalla realtà: far fuori la verità dell’uomo. E perciò la sua domanda di bene comune. Altro che fantascienza!