Jón Kalman Stefánsson
Riportami il mondo. Uno scrittore di fronte alla vita

Giovedì 8 maggio 2025, ore 21.00 Auditorium CMC
Largo Corsia dei Servi 4 – Milano

Ciclo di incontri “Quel che può la letteratura”
Partecipa
Jón Kalman Stefánsson
con intervenenti e domande di lettori
Coordina Raffaela Paggi, Rettore della Fondazione Grossman

Accogliamo a Milano Jón Kalman Stefánsson, il più amato scrittore islandese contemporaneo, uno degli autori più importanti non solo del suo Paese, ma di quella “letteratura nordica” che il resto del mondo tende a raccogliere sotto un’etichetta unica, nonostante sia fatta di lingue e culture diverse.
Continua così il Ciclo “Quel che può la letteratura” (frase rubata da un titolo di libro di Alain Finkielkraut), che ha visto al CMC Dario Voltolini, Nicole Krauss e vedrà prossimamente Marilynne Robinson.
Con e grazie a Iperborea, la nota casa editrice milanese specializzata in letteratura del nord Europa, il Centro Culturale di Milano organizza due eventi con lo scrittore che sarà prima a Torino (7 maggio) al Centro Culturale Piergiorgio Frassati e poi a Milano (8 maggio) per dialogare sulle frontiere del cuore dell’uomo contemporaneo e incontrare i lettori.
La consistenza del vivere, col suo carico affettivo e incombente della memoria, la domanda di senso che attraversa il quotidiano, i rapporti e il lavoro sono i grandi protagonisti, solenni, silenziosi, a volte dolorosi, dei romanzi di Jón Kalman Stefánsson. Un grido all’unità dell’io e del vivere che si affaccia sui bordi del paradiso e dell’inferno.
La Lettera di Papa Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione dell’uomo di oggi, ci colloca in quella prospettiva: Come possiamo parlare al cuore degli uomini se ignoriamo, releghiamo o non valorizziamo “quelle parole” con cui hanno voluto manifestare e, perché no, rivelare il dramma del loro vivere e del loro sentire attraverso romanzi e poesie?

Jón Kalman Stefánsson

Il mio sottomarino giallo, Jón Kalman Stefánsson
IPERBOREA aprile 2024
Traduzione di Silvia Cosimini

https://iperborea.com/titolo/668/il-mio-sottomarino-giallo/

Un romanzo d’ispirazione apertamente autobiografica del più amato scrittore islandese contemporaneo: una storia su come la vita può essere salvata dalla passione per i libri e per la poesia.

È estate in un parco di Londra, quando a uno scrittore islandese di passaggio sembra di vedere nientemeno che Paul McCartney, seduto sotto un albero. Deve avvicinarlo, ma cosa dirgli? Come riordinare il groviglio di una vita che ai Beatles si è aggrappata nei momenti più difficili? Forse la storia comincia nel 1969, quando lo scrittore aveva sette anni e il padre sulla sua Trabant, più imbarazzato che commosso, gli disse che mamma era morta, lasciando al figlio i suoi dischi, i suoi libri e un vuoto enorme. Poi arriveranno una matrigna, l’appartamento in uno squallido condominio di Reykjavík, i silenzi ostinati di un padre alcolista, lo scioglimento dei Beatles, l’immersione nella Bibbia e la scoperta amara del dio crudele dell’Antico Testamento. Il suo mondo è crollato e di lui si impossessa un furore senza nome, mitigato soltanto dalla solitudine e dalle lunghe estati trascorse nei selvaggi Strandir, nel Nord dell’Islanda, dove fantasia e realtà si confondono, i Beatles si riuniscono e i morti tornano, a implorare di non essere dimenticati. E se la vita è «una ferita che non si rimargina mai», il bambino si fa adulto e scopre la poesia chiuso nella biblioteca di Keflavík, conosce l’amicizia e impara a leggere il silenzio, forse anche quelli del padre. In un romanzo dove l’ispirazione autobiografica si mischia ad allucinazioni magiche, tra salti nel tempo e da un continente all’altro, Jón Kalman Stefánsson ripercorre a cuore aperto una vita intensa come tante e, munito solo di una penna che sa trovare la speranza quando tutte le luci si spengono, accompagna il lettore nei suoi luoghi oscuri.

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