Il cinema ha i titoli per entrare a scuola

Il libro a cura di Beppe Musicco e Antonio Autieri: “Cinema e Scuola 130 film dalle elementari alla maturità” per la casa editrice Itaca. Uno strumento agile e utile per educatori, insegnanti, genitori. E, naturalmente, studenti. Una storia di promozione della settima arte che è anche, se non soprattutto, un atto d’amore. Nato dall’esperienza di Sentieri del cinema, che è un’associazione e un sito di recensioni. Che vive da 24 anni.


24 maggio 2024
Cultura su grande schermo
Conversazione con Beppe Musicco a cura di Enzo Manes

“Perché questo libro? Mi è apparso John Wayne in sogno. Il progetto è nato da lui in un dialogo strappato tra una scena e l’altra del memorabile “Ombre Rosse”. Scherzo, ma non troppo…”.  Beppe Musicco, più che dal lontano west (solo per distanza geografica, non certo per affetto) dice così dalla vicinissima Valsassina, dove si trova in pace prima del prossimo duello. Non risponde da un saloon ma più prosaicamente da un prato dove se ne sta bello disteso. Non proprio all’ombra delle fanciulle in fiore. Il libro in questione, “Cinema e Scuola 130 film dalle elementari alla maturità” (Itaca) lo ha scritto insieme al pard Antonio Autieri con cui condivide la responsabilità dell’Associazione e del sito “Sentieri del Cinema”, storico collaboratore del CMC con stagioni al Cinema Palestrina di Milano, nati ventiquattro anni fa.
Impegni professionali comuni nel mondo della settima arte sfociati in solida amicizia. Ma anche viceversa. E, intorno a loro, si è formato un gruppo di appassionati cinefili. Un bel laboratorio che si muove tra recensioni, corsi in scuole e biblioteche, incontri pubblici, cineforum e via di questo passo. 

Ma allora, perché questo viaggio sui sentieri a 130?
Conversando con amici insegnanti e genitori abbiamo colto un’esigenza molto concreta: un aiuto nel ricorrere all’arte cinematografica cinema come supporto educativo. Utile non solo per spiegare le guerre napoleoniche, ma anche qualcosa di più contemporaneo, penso alla Storia, a quella che magari si studia meno come la Guerra fredda di nuovo attuale. Come, ad esempio, “Il ponte delle spie”. Insomma, per rintracciare lungo i sentieri, nei più diversi generi, film meritevoli di attenzione. Senza il western, purtroppo; un genere da parecchio tempo colpevolmente abbandonato dall’industria del cinema. Meglio non informare John Wayne… E visto che per il sito noi e i nostri collaboratori vediamo tutti i film che escono nelle sale si è trattato di procedere per sottrazione. Ovviamente non solo “tagli” per quantità. Nel selezionare abbiamo tenuto a mente il metodo evergreen di un certo San Paolo: vagliate tutto e trattenete il valore.

Curiosità. E Beppe Musicco quanti film vede al cinema in un anno?  
Diciamo circa 150. Non mi posso lamentare. Poi recensisco. Di solito non scrivo subito, preferisco pensarci su, lasciar decantare.

E come sta oggi il cinema?
Direi piuttosto bene. Soprattutto quando racconta storie. Con la concorrenza delle piattaforme ha scoperto di non essere più monopolista. E la concorrenza, quando è alla luce del sole, è un bene. Sprona a realizzare prodotti migliori. Senza dimenticare che colossi delle piattaforme producono film che passano prima dalle sale cinematografiche.

E il cinema italiano?
Meno bene. Risente di una crisi preoccupante di scrittura. Scarseggiano sceneggiatori di qualità. Tutto vogliono fare i registi però i film belli sono quelli che portano la firma di sceneggiatori che sanno scrivere. Non mi aspetto oggi il talento della Suso Cecchi D’Amico di “Roma citta aperta”, però neppure l’eccesso di debolezza di troppa produzione odierna. Il cinema italiano paga la carenza di cultura classica, di poche letture, di scarsa curiosità. Soffriamo molto di questo scotto. Le storie sono assai spesso troppo deboli nonostante la bravura degli attori. Una decadenza culturale che un po’ il segno di tempi un po’ così.

Ma i giovani al cinema vanno poco. O no?
Già, le piattaforme, la televisione on demand … Per me è un problema di educazione. La visione di un film sul grande schermo è un’esperienza assolutamente diversa dalla fruizione domestica. Il nostro libro intende proprio riportare il cinema al centro del villaggio attraverso la scuola, che poi sono gli insegnanti che propongono.

 Il libro com’è strutturato?
130 schede per 130 film. Organizzato per fasce scolastiche, volutamente schematico, agile. Ogni scheda si compone di sinossi, commento, una frase da ricordare e, nel caso, il riconoscimento vinto. Poi vai a dire che “Alla ricerca di Nemo” è un film per i più piccoli. Chi legge e consulta il volume può muoversi in assoluta libertà abbattendo così la pur necessaria divisione per fasce scolastiche.

Facciamo il tuo podio dei Festival del cinema?
Cannes è Cannes, ha sempre prime importanti. Tutto il mondo ne parla. I francesi ci sanno fare: glamour e lustrini. Nei giorni del festival c’è anche il mercato della compravendita dei titoli. Insomma, lì si colgono anche gli umori del mercato. Per il mio gusto preferisco Berlino e Venezia, appuntamenti molto meno classisti. I film di qualità vengono proiettati anche in questi due festival. In ambienti assai meno con la puzza sotto il naso. Il podio? Dico: Venezia, Berlino, Cannes. Ma è proprio una questione di gusto.

Quest’anno, a Venezia, Leone d’oro alla carriera a Peter Weir. D’accordo?
Di più. Questo regista australiano ha sempre realizzato film su storie con protagonisti fuori posto rispetto a dove si trovavano. Protagonisti chiamati a muoversi in ambienti apparentemente ostili, a misurarsi con il non previsto, a prendere decisioni difficili. Una carriera lunghissima, la sua. Merita di essere riscoperto, in modo particolare per l’originalità nella scelta delle storie.

Peter Weir insieme a Russel Crowe gira il capolavoro Master & Commander 2004

Il tuo film della vita?
Quelli di Federico Fellini mi inchiodano lì. Due: “La dolce vita” e “Le notti di Cabiria”. Ma anche Woody Allen di “Broadway Danny Rose”, la storia di Giobbe in bianco e nero. Ne ho detti tre, ma come si fa!

Il regista.
Francis Ford Coppola. Io sono un fan della saga del “Padrino”, specie i primi due. Un modo di raccontare che va ben oltre il racconto spicciolo della criminalità. E poi il conradiano “Apocalipse Now”, un film incredibile. 

L’attrice.
Marlene Dietrich. Anche nei ruoli secondari come in “L’infernale Quinlan”: dice due frasi che ti rimangono scolpite nel cervello. Adesso mi piace Maggie Smith, viene dal teatro, bravissima.

L’attore.
Leonardo di Caprio. È ancora sottovalutato. Sconta il fatto di essere l’attore preferito di Martin Scorsese per nulla amato dall’Academy. Di Caprio riesce sempre a cambiare la maschera, davvero un grande interprete.

Frame dal film Hugo Cabret di Martin Scorsese

Il film d’animazione?
Alcune produzioni Pixar sono magnifiche. Parlano a tutte le età. “Toy Story”, ad esempio. E il secondo e terzo film non sono per niente inferiori al primo. In quei film d’animazione c’è l’esperienza della compagnia dove tutti si sostengono. E poi le opere di Hayao Miyazaki, penso a “Si alza il vento “ e a “Porco Rosso”.

Consigli per avviare una videoteca a casa?
Quelli appena detti, certamente. Charlie Chaplin non può mancare: dove peschi peschi bene. Howard Hawks per la grande commedia americana anni trenta e quaranta. John Ford di “Ombre Rosse” per l’originalità del movimento della macchina per il panorama. E per il cinema italiano partirei con i capolavori del neorealismo: “Roma citta aperta” di Roberto Rossellini; “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica, “La terra trema” di Luchino Visconti.

Ultima domanda: cosa non è “Cinema e Scuola”?
Sicuramente non è un libro militante. Se volete un messaggio chiamate un postino

Qualche minuto dopo la fine di questa chiacchierata Beppe Musicco mi manda un whatsapp che contiene una frase di Woody Allen. Eccola: “La mia teoria, dopo anni di film, è che il problema è quasi sempre la sceneggiatura. È molto più difficile scrivere che dirigere; un regista mediocre può fare un buon film da una bella sceneggiatura, ma un grande regista non può trasformare una pessima sceneggiatura in un buon film”. Messaggio ricevuto. Senza postino.