I cristiani perseguitati e il Cuore di Gesù

Sono in drammatico aumento i perseguitati per il solo fatto di vivere e testimoniare la fede. Questa bruttissima fotografia la fornisce l’ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre. Il titolo del documento sintetizza l’enormità della situazione: “Perseguitati più che mai”. Perseguitati nel silenzio assordante del mondo.
Specie dell’Occidente così prodigo nello spendersi per denunciare qualunque attacco alla libertà e in difesa di qualsiasi diritto. Sui cristiani vittime di quotidiana violenza e di esodi forzati nulla di nulla. È che il mondo sta perdendo il cuore. Come scrive papa Francesco nella sua ultima enciclica dedicata al Cuore di Cristo”



1 novembre 2024
Editoriale

Il fatto è grave. Molto. Si tratta della persecuzione dei cristiani drammaticamente peggiorata in tutto il mondo. Ad ogni giro è sempre peggio. Ad ogni giro non è che si levi alta la voce per sottolinearne la gravità. Tutto tace. Dunque, fa molto bene Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) ha richiamare l’attenzione su questa intollerabile situazione. Il titolo del suo ultimo rapporto è una stilettata: “Perseguitati più che mai”. Il periodo preso in esame nell’ osservatorio va dall’estate del 2022 a quella del 2024. Due anni. Due anni segnati da molti cristiani a cui è stata tolta la vita per la fede. Colpevoli di essere cristiani. Si chiamano martiri. Martiri di questo tempo dove la violenza ha la meglio sulla convivenza. Martiri additati come diversi, perciò nemici, persone da far fuori.

Le migrazioni forzate

In Occidente si firmano appelli, si scende in piazza, si scrivono articoli, si realizzano film e serie televisive per richiamare l’attenzione sulle diversità calpestate, specie quando le vittime sono una minoranza. Nulla di minimamente paragonabile succede per il martirio vero e proprio di cristiani in quanto tali, minoranza per eccellenza in modo particolare in alcuni Paesi a forte vocazione autocratica. O, addirittura, totalitaria. Il cristiano non “tira”. Non fa notizia. Magari un trafiletto quando il responsabile è un tipo particolarmente sensibile.
Ma tutto, comunque, finisce lì. Conviene dire allora che in diversi Paesi dell’Africa le comunità cristiane sono costrette alla fuga, vere e proprie migrazioni forzate. Come nella popolosissima Nigeria dove l’avanzata dell’islamismo intollerante sta colpendo con ferocia. E perciò l’abbandono di quelle terre, per chi vi riesce, è l’unica possibilità per non soccombere. O la morte o l’esperienza dello strappo, ferita lacerante. Il rapporto prende in esame anche Pakistan e India per quanto riguarda l’aumento vertiginoso degli attacchi violenti innescati da accuse di presunta blasfemia, nel primo Paese, e la detenzione di oltre 850 persone in base alle leggi anti-conversione, nel secondo. Il rapporto inoltre analizza: «I regimi autoritari […] hanno intensificato le misure repressive contro i cristiani, sia in nome del nazionalismo religioso sia della laicità dello Stato/comunismo». In questo caso le condanne sono avvenute per «presunti insulti contro l’ideologia di Stato», causa di «confische di luoghi di culto, aumento degli arresti di clero e laici, nonché periodi di detenzione più lunghi». Nei due anni presi in esame gli atti violenti sono stati perpetrati anche da attori non statali, come gruppi terroristici e bande criminali.

Il presidente del Nicaragua Ortega

Occidente distratto

Tuttavia, la questione dei cristiani oppressi semplicemente per la loro fede, non è un orrore che attiene solo a Paesi islamisti. Il rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre dà conto – ed è la prima volta – di quel che succede in Nicaragua: preti assassinati, vescovi incarcerati, fedeli oppressi e vilipesi. E l’Occidente che fa? Su questa e altre persecuzioni nulla. Forse perché non paga politicamente? Forse perché la fredda cultura geopolitica non ritiene questo dramma all’altezza di entrare nelle agende che poi determinano gli indirizzi delle scelte governative e della comunicazione globalizzata?
L’Occidente – e quindi pure noi – dovremmo perlomeno interrogarci su questo dramma quotidiano totalmente e colpevolmente oscurato. Noi che giustamente spendiamo pensieri e parole per inneggiare alla sacralità della libertà, per i diritti da tutelare, eccetera eccetera, dovremmo un po’ vergognarci dell’assordante silenzio a proposito del martirio dei cristiani, figlio, evidentemente. di una debordante e asfissiante ipocrisia. Di cui, volenti o nolenti, siamo un po’ tutti correi.

Foto Porte Aperte Open Doors NIGERIA

Un’enciclica semplice e preziosa

A onor del vero, già il secolo scorso è stato particolarmente violento verso i cristiani. Fu Giovanni Paolo II ad accendere l’attenzione su un fenomeno così diffuso di persecuzione; e il papa polacco ne parlava con cognizione di causa avendo vissuto personalmente l’intolleranza della dittatura oltrecortina. Il XXI secolo, che veniva annunciato come l’avvio di una fase storica nuova supportato dalla grancassa di programmi retorici e perciò privi di riscontro reale, non ha fatto che restituire una fotografia ancor più drammatica: la caccia al cristiano è proseguita toccando vette di violenza che dovrebbero offendere se solo l’umano non fosse in deprecabile ritirata.
In questi giorni è uscita una nuova enciclica (la sua quarta) di papa Francesco dedicata al Cuore di Cristo: “Dilexit Nos. Lettera enciclica “sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo”.
Vi si legge che davanti al dilagare della violenza e della sopraffazione “viene da pensare che la società mondiale stia perdendo il cuore”. Una cosa è certa: i cristiani perseguitati sono aggrappati al cuore di Gesù. Mai soli, perciò!