Davvero Laudato? Per un’economia della bellezza
Riaprire il punto a 5 anni dalla Laudato si
In occasione della Settimana dei Centri Culturali Cattolici 23-29 novembre
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Martedì 24 novembre 2020 ore 21,00
in streaming sul Canale You Tube e Facebook
e dal sito del Centro Culturale di Milano
con
Stefano Zamagni, Presidente Pontificia Accademia per le Scienze Sociali
Fra Paolo Martinelli, Vescovo ausiliare di Milano
Questo è il primo momento di riflessione di un ciclo di conversazioni per fare un punto a 5 anni della “Laudato si”, dal titolo “Sostenibilità. Quello che viene prima”- “Aprire strade, allontanare scorciatoie”.
Cerchiamo di dedicare, così, un impegno per la comprensione e condivisione di prospettive di cambiamento che riguardano alcuni ambiti portanti della vita personale e sociale, come lavoro, economia, welfare, umanesimo e scienza, tecnologie e arte.
Cambiamento di che?
Crediamo che tutti percepiamo il bisogno di affondare di più le radici nella nostra esperienza, nei riferimenti che la costituiscono, ma tutti percepiamo, dal di dentro di noi stessi, che l’umano e le sue forme espressive e costitutive oggi oscillano, fino a smarrirsi. Riscoprire quella esperienza significa capire di nuovo qualcosa, forse tutto. Per usare una metafora dell’Abate Generale dei Cistercensi, padre Mauro Lepori, espressa in una conversazione al CMC non molto tempo fa, assomigliamo oggi non tanto a un surfista su un mare ondoso, già in difficoltà ad essere in equilibrio tra le onde, ma in una situazione dove il mare stesso è un oggetto enorme che si muove allo stesso modo.. .
Come indica il titolo è tutt’altro che scontata la comprensione del senso profondo che
l’Enciclica “Laudato si” ha voluto indicare, tanto quanto, forse, la sua acquisizione a propri consolidati schemi, soprattutto quelli che più sono improntati alla novità e alla cosiddetta “sostenibilità”. Quasi a rivelare che siccome l’intenzione è stata buona possiamo passiamo alle conseguenze.
La cultura non dà mai nulla per scontato, perchè segue la vita e la ragione, che imprimono la loro testardaggine nell’esigere un senso vero, vissuto e ragionevole, dei motivi adeguati insomma. C’è qualcosa da capire bene, qualcosa che viene prima..
La cultura perciò è anzitutto umiltà, ed essa, come la radice stessa della parola indica, è il terreno buono, veramente “sostenibile” perchè sostiene la verità.
“Sostenibilità” un altra parola che queste conversazioni si prefiggono di comprendere: cosa significa? Che cosa ognuno intende o persegue con essa? Visto che tutti la citano, da teenagers a multinazionali. Domande aperte che ci spingono a cercare, in questi dialoghi, quel qualcosa che viene prima e che la Laudato individua come “rispondere a Qualcuno”, a un dato, a un dono.
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