GLI ALTRI, IL POPOLO

Numero 67
11 aprile 2025

“Gli altri” è l’umano che abbiamo di fronte. La persona. Che si può fare comunità. Che si può fare popolo. Come cinque anni fa: papa Francesco in piazza san Pietro per il Venerdì Santo. Nel deserto di silenzio per il Covid.In preghiera.
In rapporto con l’Altro. In abbraccio con gli altri. Con i popoli di tutto il mondo. In attesa della Pasqua di Resurrezione. Nella tempesta insieme sulla barca barcollante. E Gesù crocifisso lì mantenere la promessa dalla Sua compagnia. E il popolo adesso? Eccolo, ad esempio, nella Turchia di Erdogan. Oggi. Inaspettatamente le piazze si sono riempite grazie, prima di tutto, all’impegno di giovani universitari. Si sono riempite per protestare contro la repressione in atto voluta dal presidente Erdogan.
L’intervista alla giornalista e scrittrice Marta Ottaviani, profonda conoscitrice del mondo ottomano, realizzata da Nicola Varcasia, aiuta a comprendere quel che sta succedendo in Turchia. Le ragioni della protesta. Ciò che agita il regime sia sul fronte interno e sia a livello di alleanze internazionali. “Gli altri” sono anche la ragionevolezza delle scelte che si fanno, l’autorevole giornalista economico Gianfranco Fabi, riflette sul ritorno in Italia di Tim, acquistata da Poste italiane dalla francese Vivendi. Un’occasione per fare il punto sulla delicata partita delle telecomunicazioni e sul fallimento del modello italico delle privatizzazioni. Insomma, trent’anni di linea “disturbata”.
E un profondo disturbo umano reca ancora la drammatica vicenda dell’agente del Sismi Nicola Calipari, ucciso da fuoco amico (americano) mentre stava riportando in Italia la giornalista Giuliana Sgrena che era stata rapita da un gruppo terroristico iracheno. Beppe Musicco recensisce il film “Il nibbio” che ripropone quella tragica vicenda avvenuta vent’anni fa, proprio in questo periodo. Una storia sbagliata. Un sacrificio che fa pensare. Specie oggi con il caos globale e la violenza diffusa che non arretra, anzi. E di altri, nel senso della vita frastagliata che vive una famiglia statunitense del Kentucky, racconta da par suo il grande scrittore Cormac McCarthy ne “Il tagliapietre”, testo teatrale quasi mai rappresentato. Ne dà conto Enzo Manes. Come sempre l’autore, attraverso le storie laceranti che racconta, chiama il lettore a riflettere sui temi più profondi che toccano il quotidiano della vita. Monologhi e dialoghi che provocano. Perché, per McCarthy, con la realtà non ama scherzare.
Come va presa sul serio, senza idolatrarla, l’intelligenza artificiale. Lo spiega con lucidità, nel podcast di questo numero, padre Paolo Benanti, francescano, professore universitario, scienziato. Un bel percorso di conoscenza quello che propone. Un affondo, innanzitutto, antropologico e filosofico su un tema che ci riguarda, che lo si voglia o no. Tutti. Me, gli altri, i popoli.

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