Il padre, l’addio, il luogo. Dario Voltolini e l’ultimo romanzo
Lunedì 11 novembre 2024, ore 21.00
Auditorium CMC, Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano
Ciclo: Quel che può la letteratura – Incontri con l’Autore
Incontro con Dario Voltolini
Il romanzo “Invernale” ed. La nave di Teseo
Finalista al Premio Strega 2024
Con interventi di
Michele Faldi, Stefano Nembrini, Carlo Simone
Coordina
Benedetta Centovalli, critica letteraria, docente della Scuola di Scrittura Flannery O’Connor
Inizia il Ciclo “Quel che può la letteratura” con lo struggente e tagliente “Invernale” finalista allo Strega 2024 dello scrittore torinese, narratore originalissimo, intenso e maestro di scrittura alla Scuola Holden, diverse volte ospite alla nostra Scuola Flannery O’Connor, di una generazione che segna la letteratura contemporanea, raccoglie la tradizione e modella nuovi orizzonti
Il significato del titolo del Ciclo “Quel che può la letteratura” (pensiero rubato da un libro/titolo di Alain Finkielkraut), che vedrà la presenza dopo Voltolini, di Nicole Krauss da New York e Marylinne Robinson dallo Iowa (U.S.A.), è quel rilancio dell’esperienza e del pensero che “può” la narrazione e che il CMC percorre da tempo. E ha trovato nella Lettera di Papa Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione un nuovo spunto e prospettiva: Come possiamo parlare al cuore degli uomini se ignoriamo, releghiamo o non valorizziamo “quelle parole” con cui hanno voluto manifestare e, perché no, rivelare il dramma del loro vivere e del loro sentire attraverso romanzi e poesie?.
Con un linguaggio vivo come il rumore delle voci al mercato, Dario Voltolini ci consegna un gioiello di narrativa, delicatezza e memoria, in grado di trascinarci con impeto nella spirale di dolore ora sommessa, ora caotica, ma sempre potentissima, dei pensieri, fino a un luogo che è allo stesso tempo inferno e rifugio nel ricordo di quando tutto sembrava andare bene. Facciamo nostre le parole di Antonio Moresco: «Magistero letterario, strazio, furia composta, bellezza, disperazione e pudore. Le ultime pagine di questo libro si leggono con le lacrime agli occhi»
Libro incluso nella sestina finalista del Premio Strega 2024
Libro finalista all’Orbetello Book Prize 2024 e del Premio Flaiano 2024 – Narrativa
Libro presentato da Sandro Veronesi nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024
Con un linguaggio vivo come il rumore delle voci al mercato, Dario Voltolini ci consegna un gioiello di narrativa, delicatezza e memoria, in grado di trascinarci con impeto nella spirale di dolore ora sommessa, ora caotica, ma sempre potentissima, dei pensieri, fino a un luogo che è allo stesso tempo inferno e rifugio nel ricordo di quando tutto sembrava andare bene.
Un’intimità fortissima li avvolge, come succede quasi solo nel rapporto tra figlie e madri. Entriamo nello sguardo del figlio, prensile ed esatto, che vede accasciarsi il padre.
La precisione è la forma che assumono la sua devozione e la sua sofferenza.
«Dario Voltolini si conferma una delle voci più interessanti del nostro panorama letterario. Il rigore emotivo è la sua grande cifra.» – Romana Petri
«Ho visto Voltolini maneggiare nelle sue storie quasi tutte le circostanze umane. Per farlo ha un solo attrezzo che si è costruito da sé. Nessun altro ce l’ha.» – Davide Longo
«Voltolini ci accompagna in modo originalissimo nel più comune e misterioso dei viaggi.» – Letizia Muratori
«Magistero letterario, strazio, furia composta, bellezza, disperazione e pudore. Le ultime pagine di questo libro si leggono con le lacrime agli occhi» Antonio Moresco.
Libro incluso nella sestina finalista del Premio Strega 2024
Libro finalista all’Orbetello Book Prize 2024 e del Premio Flaiano 2024 – Narrativa
Libro presentato da Sandro Veronesi nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024
Il padre spacca gli animali, entra nelle loro viscere, separa i muscoli dalle membrane, estirpa gli organi e le ossa. Il padre vende pezzi di animali. Il padre si immerge nella voragine biologica e ne tira fuori bistecche. I tagli di carne sono il suo mestiere e la sua arte. Il padre è un macellaio. Il padre ha il compito di inoltrarsi nella carne morta e di uscirne porgendola ai vivi, perché la vita continui la sua catena vorace. È un traghettatore fra le due sponde della carne, fra la viande e la chair, fra meat e flesh. Al banco di vendita del mercato serve i pavidi che non affrontano i corpi che mangiano, non ne vogliono sapere, delegano il lavoro sporco ai macellai. Un giorno qualcosa va storto nella coreografia perfetta delle lame e un taglio sghembo quasi gli mozza un pollice. È l’inizio di un’altra discesa nella carne, questa volta la sua. Al lavoro, un batterio lo ha contaminato. Comincia con un’infezione, prosegue con la spossatezza, una diagnosi ferale, i protocolli sanitari, i viaggi in clinica all’estero. Il figlio Dario, ventenne, immerge lo sguardo nella carne del padre che si deteriora, e nella malinconia del congedo. Un’intimità fortissima li avvolge, come succede quasi solo nel rapporto tra figlie e madri. Entriamo nello sguardo del figlio, prensile ed esatto, che vede accasciarsi il padre. La precisione è la forma che assumono la sua devozione e la sua sofferenza.
Proposto da Sandro Veronesi al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«Ci sono libri così belli da sbalordire. Cos’hanno in più degli altri? Magari l’autore ha già scritto altri libri molto belli, è una figura nota, apprezzata, i suoi punti di forza sono ben conosciuti e la qualità della sua scrittura non dovrebbe sorprendere nessuno: eppure in quei libri lo fa, sorprende, sbalordisce. Perché? Perché tutt’a un tratto sembra che quell’autore sia nato per scrivere quel determinato libro, e che tutti gli altri che ha scritto prima non siano stati altro che un passo per arrivare a scriverlo? Io non so rispondere a queste domande, ma so che ogni volta che apro un libro, ogni santa volta, in cuor mio spero che si tratti di uno di quei libri, così da ritrovarmi ancora una volta sbalordito per la bellezza e confuso in questo mistero. “Invernale” di Dario Voltolini è uno di quei libri. La bravura di Voltolini è nota. La luminosità della sua scrittura è nota. La genialità del suo modo di raccontare il mondo è nota. Eppure nessuno dei suoi libri precedenti mi aveva sbalordito come questo – ed è per condividere il mio sbalordimento che ho deciso di presentarlo per l’edizione 2024 del Premio Strega.»