Assassinio nella Cattedrale di T. S. Eliot in San Simpliciano

Venerdì 20 Settembre 2024 ore 21.00 – Milano
in scena nella antica Basilica di San Simpliciano

Regia Andrea Carabelli
aiuto Regia Marina Fumagalli, Marta Parravicini
Luci Emanuele Mogavero
Costumi Kleman
Canto, effetti sonori Silvia Beretta

Coro delle donne di Canterbury
Rebecca Bellora Beatrice Brazzeschi Caterina Fossati Lucia Gennari Paola Gianni Emily Ghezzi Gaia Grassi Adelaide Milesi Maria Chiara Pozzi Matilde Riva Benedetta Serenthà Maddalena Ziliani
Sacerdoti della Cattedrale
Samuele Beretta Giovanni Bertario Giacomo Buttura Pietro Corneo Leonardo Solcia Araldo Tommaso Ceriani
Arcivescovo di Canterbury
Andrea Carabelli
Tentatori e cavalieri di Canterbury
Giovanni Belletti Federico Gasbarri Gabriele Lesma Luca Ronzon

Il Centro Culturale di Milano apre il suo Programma di proposte per l’anno 2024/25 con la parola incarnata del teatro del dramma di Eliot.
Il CMC e la Comunità Pastorale Paolo VI, composta dalle parrocchie S. Marco, S. Maria Incoronata, S. Bartolomeo, S. Simpliciano, promuovono questo evento che si realizza con e grazie al laboratorio teatrale dell’Istituto don Gnocchi di Carate Brianza, di giovani studenti liceali con l’attore e regista Andrea Carabelli.
Rappresentato per la prima volta al Festival di Canterbury nel 1935, Murder in the Cathedral è il primo dramma teatrale compiuto del grande poeta inglese Thomas Stearns Eliot, Nobel nel 1948.
Noi non vogliamo che accada qualcosa. Siamo riusciti a vivere, vivendo e in parte vivendo. Il genere umano non può sopportare tanta realtà” (il Coro)
In questo testo per il teatro il maggior poeta del Novecento mette in gioco le questioni più forti della storia
Che senso hanno i continui rivolgimenti delle forze sociali? E soprattutto qual è il peso sociale della fede? Come la fede entra a giudicare le vicende del potere e della società? La Chiesa che coscienza ha della propria presenza tra gli uomini? La figura e il martirio di Tommaso Becket (1170) diventano nell’arte di Eliot una provocazione all’uomo e al cristiano contemporaneo. Un affresco bruciante e drammatico dove la vita di ciascuno e la società di oggi possono riconoscersi. E interrogarsi.
La Basilica di San Simpliciano, così significativa per Milano e suggestiva per il suo antico romanico e il magnifico grande affresco del Bergognone, diviene luogo coerente con il testo di Eliot per quel legame di amicizia tra S. Ambrogio e Simpliciano, legame di comunione che genera testimoni nel tempo e genera storia umana.
“Tommaso Becket arcivescovo di Canterbury, si è consegnato martire non per la presunzione, o l’illusione, di cambiare la storia, ma per essere segno di libertà per il suo popolo. Cosa accade, cosa cambia in noi davanti a un testimone? Nel cuore umano si apre una ferita che permette alla grazia di realizzare la vocazione di ognuno” Così don Fabio Baroncini, sacerdote ambrosiano raccontava ai giovani (dal libro Tiepidi … mai, BUR).

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I protagonisti sono Thomas Becket arcivescovo di Canterbury (arcivescovo e primo ministro) e il Coro, voce del cuore, della titubanza e della aspirazione, il sovrano (re Enrico Platageneta) col quale avviene lo scontro sulla libertà della chiesa, i suoi Tentatori verso Thomas, voci profonde che arrivano al cuore, i Cavalieri.
Il potere comanda fin dentro il legame tra l’io e la realtà, Thomas Becket, il protagonista, ritorna per dare invece la sua testimonianza.

“La scrittura del testo è anche quella della sacra rappresentazione. La vicenda che infatti ripercorre è quella della Passione di Cristo: il ritorno in patria di Becket a Canterbury, di cui è Arcivescovo, rievoca l’entrata di Gesù in Gerusalemme acclamato dalla folla; le tentazioni di Gesù nel deserto vengono rivissute dall’Arcivescovo negli incontri coi quattro tentatori” spiega il regista Andrea Carabelli.

Rappresentato in tre serate lo scorso ad ottobre 2023 dalla scuola Istituto Culturale don Gnocchi di Carate Brianza presso la Basilica di Ss. Pietro e Paolo ad Agliate Branza e nella Chesa ad Almenno San Salvatore dal Teatro DeSidera.

Il Laboratorio teatrale dell’Istituto don Carlo Gnocchi, ideato dalle proff. Marina Fumagalli e Marta Parravicini e diretto da Andrea Carabelli, ha scelto quest’opera per celebrare il suo ventesimo anniversario di ininterrotta attività.

La sua pluridecennale storia di rappresentazioni con protagonisti gli studenti, offerte a tutto il territorio della Brianza e non solo, annovera spettacoli come Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello; Antigone di Sofocle; La tempesta di Shakespeare; Tre sorelle di Čechov, e la collaborazione con grandi artisti del calibro di Franco Branciaroli. Un percorso lungo vent’anni che testimonia la valenza del teatro per l’educazione: l’uso della parola per porsi nel mondo, l’incarnazione della parola nel corpo che si muove sulla scena, l’attualizzarsi della storia nel dramma umano. Non appena un corso integrativo dunque, ma un’esperienza straordinaria per i ragazzi, di risveglio e scoperta di sé, unendosi all’autorevolezza di autori e contenuti. Una vera possibilità di penetrare esistenzialmente lo sconfinato mistero che tutte le materie scolastiche portano con se.

Uno studio connaturato inseparabilmente alla dimensione pubblica, lanciato nel lavoro per comprendere il testo, per adattare la propria espressione fisica a ciò che, attraverso quel testo, deve accadere, non appena per sé, ma per tutti.

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