Giovanni Chiaramonte “Salvare l’ora”. 70 polaroid e 70 haiku

20 Novembre 2024 al 18 gennaio 2025
Centro Culturale di Milano, Sala Erculea Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano

“Restano tracce / Alfabeti rovine / Rimandano a noi “
(haiku di Giovanni Chiaramonte)

A un anno dalla scomparsa di Giovanni Chiaramonte (ottobre 2023), fotografo di fama internazionale, il Centro Culturale di Milano gli dedica una delle sue più particolari e originali raccolte: “Salvare lora”, 70 polaroid e 70 haiku scritti dal fotografo.
Un’esposizione che coniuga un motivo biografico personalissimo e una nuova tecnica con un formato assolutamente inediti per l’Autore, consentendo al grande pubblico di conoscere questo diverso approccio dell’artista.
Le polaroid cercano il legame tra il particolare e l’essere, quando l’Autore non poteva più accogliere reportage architettonici o intraprendere nessun viaggio o cammino. Tra memoria e stupore, tristezza e redenzione: nella casa, nei prati comuni, nei bordi abbandonati della città, nello splendore della natura.
Scriveva Chiaramonte nel libro ed. Postcart: “gli haiku e le immagini di Salvare l’ora nascono da due periodi di malattie apparentemente senza speranza: si pongono come tracce leggere della presenza divina nascosta all’interno di ogni forma e figura che splende nel mondo
La Mostra si apre a una settimana esatta dall’apertura della Mostra “Compassione” di Ferdinando Scianna, ed è esposta nella Sala Erculea (con i resti delle terme romane di Milano, sigillate sotto vetro dallo Studio Caccia Dominioni che ha realizzato l’edificio sede del CMC) di fronte alla Sala Espositiva dove sono esposte le 60 fotografie e i testi di “Compassione”.
Scianna ricevette proprio dall’amico fotografo Chiaramonte un invito, poco più di un anno fa e a nome del CMC, a comporre un’esposizione sulla sua posizione di uomo e  fotografo di fronte al grande limite del dolore del mondo.
Come riferisce Camillo Fornasieri, direttore del CMC: “Compassione di Ferdinando Scianna e Salvare l’ora, sono una circostanza umana e culturale che il Centro Culturale di Milano ha voluto unire non per un confronto, ma per invitare il pubblico ad andare al fondo e riscoprire il senso della fotografia nell’amicizia di due fotografi sui temi più radicali dell’esistenza, inoltre per ricordare il fotografo che tanto ha collaborato con mostra personali e ideazioni, insieme amico e sostenitore. Per Milano un’occasione straordinaria”.
Due temi diversi ma speculari dove i fotografi si interrogano profondamente sull’essere delle cose e dell’uomo.
Il poeta milanese Umberto Fiori su Salvare l’ora così scrive: “qui si ha l’impressione di avere di fronte un’esposizione lampante della poetica del fotografo” “lo sguardo chiama, è una voce
Se negli Haiku, forma giapponese di poesia ripresa in Italia da Andrea Zanzotto, sono le cose della natura a campeggiare come “enigmi naturali” (Fiori) per Chiaramonte a prevalere è la riflessione: tempo, spazio, universo, nulla, pensiero, luce, abisso.
Le Polaroid riflettono le comunanze con Luigi Ghirri, il grande amico e proprio una è a lui è dedicata e provengono da interni ed esterni di Milano, Berlino, Postsdam, posando lo sguardo sull’esserci delle cose, sulla memoria, i legami, gli oggetti più inerti e insignificanti in uno splendore di colori, una linea cha va da Kértesz a Ghirri.
Le figure degli Haiku di Chiaramonte che accompagnano Salvare l’ora -e che troveremo scritti in mostra accanto alle immagini, nascono dall’ascolto che l’infinito dà allo sguardo. Un haiku recita: “Lo sguardo chiama/L’infinito ci ascolta/Si fa trovare”.
Chiaramonte in queste polaroid e nei suoi scritti ha rivelato la parola che tace al fondo delle sue immagini. Una parola che si sporge oltre se stessa, cercando il proprio limite. Cosa c’è, oltre quel limite?” Dove il pensiero/Si interrompe in frantumi/Inizia l’altro (haiku di Giovanni Chiaramonte)