Ferdinando Scianna, Compassione. Mostra di Fotografia, 60 opere

14 novembre 2024 – 18 gennaio 2025
Centro Culturale di Milano, Sala Espositiva, Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano

Ferdinando Scianna uno dei fotografi italiani vivente, più autorevole e ammirato al mondo. La sua fotografia fa confluire sempre dati di realtà in meditazioni forti e incisive, sia che il soggetto sia esistenziale, vissuto, o esteriore legato al solo apparire.
La mostra al Centro Culturale di Milano “Compassione” con 60 opere esposte, con un Libro Catalogo di Silvana Editoriale della Collana Quaderni del CMC con grandi scatti da vari Paesi del mondo, è una offerta a Milano, costruita dallo stesso Autore che medita sul senso della fotografia e la sua partecipazione alla condizione del mondo.
Una mostra nata da Scianna che accoglie l’invito che Giovanni Chiaramonte gli rivolse pochi mesi prima della sua scomparsa (ottobre 2023), di pensare una meditazione sul tema del dolore.
Come dice l’Autore non credo che la fotografia cambi il mondo, ma forse aiuta a vedere cose che non vogliamo vedere. Scianna ha selezionato immagini su quello che spesso ignoriamo, sappiamo ma non guardiamo e che lui ha incontrato sul suo cammino e trattenuto.
L’evento espositivo, con il Patrocinio del Comune di Milano e Regione Lombardia,  vede nella settimana successiva la partenza, nella Sala Erculea del CMC, della Mostra “Salvare l’ora” le Polaroid di Giovanni Chiaramonte, realizzate negli ultimi anni: 70 immagini e 70 Haiku realizzate dal grande fotografo. Non un confronto ma una amicizia di fotografi di fronte sui temi più radicali dell’esistenza.

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“Faccio il fotografo da più di cinquant’anni. Nel tempo e con la vecchiaia ho visto crescermi dentro la necessità di esprimere in quello che faccio, anche con le parole, dentro una letteratura ibrida di immagini e parole, per esprimere il mio rapporto di complicata relazione con la realtà e con me stesso.
Durante i suoi reportage su altri temi non ha chiuso gli occhi di fronte alle condizioni di limite in cui l’uomo vive e spera vivendo.
Le sue immagini raccontano il suo approccio alla fotografia che è sempre stato unito, appunto, a quello dell’uomo che vive: “Con questa mostra e libro desidero raccontare che non ci può essere compassione per il dolore e l’ingiustizia senza un sentimento intenso della felicità. La compassione è un sentimento, per chi lo prova, per il quale, se c’è dolore, non solo il tuo, ma quello di ogni uomo e donna e bambino, non puoi essere felice. Ma anche nel più cupo dolore si scopre l’ansia di cercare la felicità”.
Per Scianna le parole sono ormai importanti come gli scatti e per la Mostra ha scritto numerosi testi meditando su quegli “incontri”.
Cosi le diverse immagini dall’Etiopia, Sudan, Bangladesh, India, Vietnam, Lourdes, New York, Napoli, Palermo, Parigi, America Latina, Libano sono il volto delle parole che hanno echeggiato nell’Autore. La mostra e il libro sono suddivisi in otto capitoli che raccolgono le parole e situazioni che hanno dato forma quegli incontri: “miseria, malattia, catastrofi, violenza, emigrazione, emarginazione, solitudine, infine, morte”.

Scianna si riavvicina con questa mostra ad alcuni dei suoi reportage e alla sua ricerca fotografica, quando con l’amico Leonardo Sciascia realizzò diversi libri tra cui Feste religiose in Sicilia che gli valse il Premio Nadar, nel bisogno della parola come luogo che accoglie il mistero della visione, attraverso la fotografia, dell’esserci delle cose, delle persone, del mondo. Come in questa Mostra “Compassione” dove il dolore e la sua contraddizione viene colto dando parola al bisogno e anelito dell’uomo alla felicità.

Ferdinando Scianna ha una longeva e straordinaria attività di photoreporter e autorialità di reportage che lo ha portato ad essere il primo italiano membro della storica Agenzia MAGNUM, presentato nel 1982 proprio da Chartier-Bresson. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto, la fotografia di moda e di pubblicità con successo internazionale.

Borges, Kundera, Barthes, John Lennon, Monica Bellucci, Carthier-Bresson, Sciascia, Scorsese tra i tanti ritratti particolarissimi e intensi di intellettuali e artisti.

Trasferitosi a Milano, siciliano di Bagheria, in Sicilia, diventa figlio della metropoli milanese a tutti gli effetti. Attento alla cultura intrattiene anche un’attività critica e giornalistica su temi di fotografia e di comunicazione. Esposto in loghi e musei di diversi Paesi del mondo, con una bibliografia piuttosto sterminata.

 


 

Si può essere disperati e allegrissimi. Forse si può essere allegri solo se disperati.
La depressione non contiene la compassione; la disperazione sì.
E anche l’allegria.

 

Non credo (non credo più) che una fotografia – un libro, una musica, un dipinto… – possono migliorare il mondo. Al massimo possono dare un’accalmia al dolore di qualche uomo o donna. Continuo tuttavia a credere che quelli cattivi, fotografie, libri, musiche, dipinti… lo peggiorano.