Shoshana: un’ indagine storica per capire le ragioni del conflitto israelo – palestinese

Un film coraggioso, un dramma storico, realizzato prima dell’atto terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023. E dunque prima della guerra in atto nella Striscia di Gaza. Il regista Michael Winterbottom è riuscito a raccontare, attraverso una storia d’amore, come estremismo e violenza producano solo separazione e dolore. Costringendo quei due popoli a dover sempre schierarsi anziché incontrarsi.


19 luglio 2024
Anticolonialismo e antimperialismo
di Beppe Musicco

“Shoshana” di Michael Winterbottom è un dramma storico, ambientato durante il mandato britannico in quella che allora era la Palestina. È un film ben costruito, che parla in modo complesso dell’attuale dibattito su Gaza, sostenendo che il sionismo ha nel suo DNA l’anticolonialismo e l’antimperialismo del XX secolo, soprattutto la rabbia contro i britannici che al tempo governavano da padroni quei territori. Ma l’implicazione è che proprio da questi il sionismo ha poi mutuato la sua spietatezza.
Michael Winterbottom è un regista britannico molto prolifico, impegnato sia sul fronte cinematografico (“The Killer Inside Me, The Road to Guantanamo”, “Cose di questo mondo”) che televisivo. 
Shoshana” è un progetto che parte da lontano, più precisamente dal 2010, quando tra i protagonisti ci sarebbe dovuto essere Colin Firth. Per svariate vicissitudini, la lavorazione è iniziata però solo nel 2021 e il film è stato presentato a settembre 2023 al Toronto Film Festival. Specificazione doverosa per chiarire che “Shoshana” è stato realizzato prima della strage terrorista da parte di Hamas in Israele il 7 ottobre 2023 e della conseguente e brutale guerra da parte di Israele nella striscia di Gaza (e una curiosità: non potendo girare direttamente sul posto, alcune scene sono state realizzate in Puglia).

Michael Winterbottom, quindi, aveva in mente da anni un film che andasse alle origini del dramma che sta infuocando il Medio Oriente, in particolare Israele. Così il film è in primo luogo un dramma storico, un film politico che ricostruisce l’ambiente, le divisioni e le lotte che esplosero nella Palestina controllata dai britannici tra il 1920 e il 1948, anno della fondazione di Israele. Al di là degli odi tra ebrei e arabi, “Shoshana” mostra la nascita e la diffusione di movimenti paramilitari ebraici che con metodologie terroriste provarono a rivendicare le ragioni sioniste della legittimità di uno stato israeliano. Dall’altra mostra il tentativo vano degli inglesi di controllare e soffocare quei movimenti per continuare a regnare su un’area molto complicata ma strategica. 

Festival del Cinema Europeo si apre con Shoshana e il regista Micheal Winterbottom

Dall’Ucraina in Palestina

Il film è basato sulla storia vera di Shoshana Borochov, una scrittrice sionista socialista giunta con la sua famiglia ucraina a Tel Aviv da bambina negli anni ’20 e cresciuta fino ad avere una relazione romantica con un agente di polizia britannico di nome Thomas Wilkin, che fu assassinato dal gruppo sionista militante Lehi (altrimenti noto come la Banda Stern), nel 1944. Douglas Booth interpreta Wilkin e Shoshana è interpretata dall’elegantissima attrice russa Irina Starshenbaum.
Gran parte del motivo per cui Shoshana lotta, è chiaro fin dalle prime scene, si basa su di un’estetica romantica: in un classico stile hollywoodiano, Winterbottom distingue tra il “buon britannico” (il riflessivo, bonario Wilkin, che vuole impegnarsi con il filone non violento del sionismo) e il “cattivo britannico”, l’ufficiale di polizia coloniale dallo sguardo gelido che crede esclusivamente nella violenza, nella tortura e nella repressione. Quest’ultimo si chiama Geoffrey Morton (interpretato da Harry Melling), che si guadagnò una certa notorietà dopo essere stato accusato di aver sparato al capo sionista Avraham Stern in circostanze poco chiare (la differenza tra i due è importante, anche se nella vita reale, lavorando a stretto contatto com’ erano, Wilkin e Morton potrebbero non essere stati così diversi).
Melling ha un viso perfetto per l’ambientazione d’epoca, e per rappresentare una personalità spregevole, prevenuta e dura. La Starshenbaum è avvincente, raggiungendo un ottimo risultato nel catturare un equilibrio di sicurezza e conflitto interiore. Douglas Booth raggiunge una solida prestazione nei panni di Thomas, ma il suo personaggio si adatta sicuramente più al lato romantico delle cose che a quello politico.

Politica e amore

Il film è messo in scena con dovizia di ambientazione storica e di particolari, recitato con intelligenza e cura anche se, dopo qualche tempo, ogni volta che sullo schermo passa una scena di strada girata in campo largo e silenziosa per alcuni secondi, ci si aspetta l’inevitabile esplosione di una bomba. La storia d’amore centrale, alla Romeo e Giulietta, è sommessa, quindi anche l’ironia politica e persino la tragedia della relazione tra i due a volte è carente di una chiara esplicitazione sentimentale.
Probabilmente le interpretazioni degli attori sono più cariche di energia e personalità rispetto alla trama del film, in particolare riguardo al potenziale per una storia politicamente carica e piena di tensione, che però non sembra giungere al suo massimo, lasciando passare troppo del suo tempo concentrandosi sul romanticismo per dare solennità al suo conflitto.
Di certo “Shoshana” è un film di grande attualità, un atto di accusa contro la violenza, gli estremismi e il colonialismo, una scelta ardua – ma coraggiosa – da proporre in questo preciso momento storico.

Shoshana
Regia: Michael Winterbottom
Con Douglas Booth, Irina Starshenbaum, Harry Melling, Aury Alby, Ofer Seker, Doron Kochavi e Shiri Binder.