Tutto a posto?

© Copertina numero 24
Rottamazione di una nave n.13 Chittagong Bangladesh 2000.
Photo ©Edward Burtynsky
courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto.

Numero 24
24 febbraio 2023

TUTTO A POSTO?

Fermare l’attenzione sul mappamondo non è mai una perdita di tempo. Presa su serio è una mossa che fa riflettere. Fa viaggiare, mette in circolo pensieri che aiutano a capire che le cose di questo mondo qui non è che siano una meraviglia. Più di uno sembra aver preso gusto a palleggiare con il mappamondo, a ritenerlo cosa sua. Un po’ come fa Chaplin/Hitler nell’illuminante e mai vecchio film “Il grande dittatore”.
Quello se lo trastulla, lo palleggia quasi fosse un pallone da calcio o una palla che viene utilizzata e addomesticata dai giocolieri che animano il circo. Così, nel caso del dittatore e perciò dei dittatori di questo preoccupante presente, il mappamondo diventa un “pappamondo”. Cioè, se lo pappa, o è in azione per farlo, l’autocrate di turno. Tutto a posto, allora? Esattamente un anno fa lo zar Putin si è messo in testa di “papparsi” l’Ucraina in ossequio a un pensiero e una pedagogia nefasti. Così è iniziato un dramma. Oggi, dopo dodici mesi di morti e macerie, la pace sembra essere un miraggio.
Sentirsi a posto in un presente che non è a posto è il segnale che c’è qualcosa che difetta. Un umano desolante e desolato, ecco. Così la guerra, le guerre hanno gioco facile. I giocolieri ne approfittano. Piovono missili, piovono idee bellicose e aride. Il mappamondo è un campo minato. Provare a sminarlo è possibile. I pensieri di costruttori sono fondamentali. In questo numero affiorano in ragionamenti che si tengono insieme e accendono domande.
Qualsiasi argomento è parte del mappamondo. Se così non fosse non sarebbe cultura, ma divagazioni sui temi. E allora, con questo numero, entriamo nel vivo su noi e la Russia, l’ Ucraina, con il professor Adriano Dell’Asta, e con le esplorazioni letterarie di Emmanuel Carrère e Giuliano da Empoli; e poi i conflitti non meno importanti che sorgono nel quotidiano scolastico (vedi le scaramucce intorno ai voti troppi bassi che circolano per sanzionare verifiche e interrogazioni) e un ritorno a mente fredda a quel che sul terreno lascia Sanremo, ovviamente inteso come festival.
Lascia quel che lascia. Per noi, almeno alcune parole. E a proposito di pensieri e parole che dovrebbero trovare casa nel mondo, offriamo un podcast dedicato al grande poeta italiano e milanese Giampiero Neri che ci ha lasciati in questi giorni.

E, come sempre, aiutano a intraprendere il mappamondo disagiato gli editoriali per immagini di Francesco Santosuosso.

Buona lettura e buon ascolto.