Picasso: l’arte di sedurre l’arte (e le donne vittime)

Amori e dolori

Siamo entrati nell’anno della cascata di appuntamenti nel mondo per ricordare il genio del pittore spagnolo a cinquant’anni dalla morte (8 aprile 1973). Artista assai prolifico, amatissimo da galleristi e collezionisti. Le sue opere rendono febbrili le battute d’asta con record su record. Con le donne ha avuto un rapporto controverso, anche drammatico. Sono state presenze decisive nell’affermazione del suo percorso artistico, ma vittime di tradimenti e altri dolori. Il suo periodo più florido e innovativo è a Parigi, quando tra il 1901 e il 1907 crea capolavori che vengono codificati nei periodi Blu, Rosa e Cubista. Ha vissuto stagioni di fame nera. Poi la fama, i denari, le amicizie. E le contraddizioni sentimentali. Che hanno lasciato un segno, soprattutto nelle donne. Come ha lasciato il segno indelebile la sua pittura innovativa e sorprendente.


10 febbraio 2023
di Marina Mojana

Picasso con Olga Kokhlova

Aveva continuato a lavorare il rame fino al marzo del 1972, a dipingere fino all’estate; il suo ultimo disegno è datato 12 novembre 1972, quando aveva da poco compiuto 91 anni. A cinquant’anni dalla sua morte, avvenuta a Mougins l’8 aprile 1973, Pablo Picasso resta la star indiscussa degli scambi dell’arte mondiale, con un volume di opere vendute per circa 395 milioni di dollari.
La sua ultima tavolozza è passata di mano nel 2020 per quasi 70mila dollari e il suo top price di aggiudicazione all’asta sono i 160 milioni di dollari sborsati da Victor e Sally Ganz per Les femmes d’Alger (Version ‘O’), un olio su tela firmato e datato 14 febbraio 1955, battuto da Christie’s New York nel 2015 e ancora oggi tra le cinque opere più costose del mondo. Picasso lo dipinse tre giorni dopo la morte della prima moglie – Olga Kokhlova, la ballerina russa sposata a Parigi nel 1918 – avvenuta a Cannes, nella villa “La Californie”, dove si era rifugiata fin dal 1935, umiliata e offesa dai molteplici tradimenti del marito che, pure, non le aveva mai concesso il divorzio per non dividere con lei le sue ingenti proprietà.

Pablo Picasso. Les femmes d’Alger. (Version “O”), 1955. Olio su tela.

A Parigi il periodo più fecondo

Fu un artista prolifico e un instancabile seduttore, non soltanto di donne, ma anche di galleristi e di collezionisti. Tutte le figure femminili della sua vita ebbero a che fare con la sua arte, incominciando dalla madre, donna Maria (da cui prese il cognome di origine ligure) e dalle sorelle Lola e Conquita, dalla zia Pepa, fino all’amica intellettuale e mecenate Gertrude Stein.
Dopo gli esordi tra Barcellona e Madrid, aiutato dal padre pittore Don José Ruiz y Blasco, Picasso si trasferisce a Parigi e qui, tra il 1901 e il 1907, dà il meglio di sé, creando capolavori codificati nei periodi Blu, Rosa e Cubista. La sua modella è Fernande Olivier, incontrata nel 1904, negli anni in cui Picasso abita a la Butte, un quartiere di campagna nel cuore di Montmartre. Con due franchi al giorno Fernande riusciva a sfamare l’intera banda degli amici del pittore: Derain, van Dongen, Braque, Juan Gris, Villon, Herbein, che diedero vita al fauvismo, al cubismo, all’arte astratta, attirando nella loro orbita poeti come Max Jacob, Apollinaire, Reverdy e Andrè Salmon. Furono anni di miseria nera, ciononostante Picasso ricordava con nostalgia quel periodo, durato fino al 1909 e ne parlò con rimpianto sino alla morte.

Particolare volto donna maschera africana seduta – Les Demoiselles d’Avignon – Picasso

Con Fernande la relazione fu passionale, talora violenta. Lui la ritrasse in 60 dipinti, tra cui Les Demoiselles d’Avignon del 1907, capolavoro che segna l’inizio dell’avanguardia cubista. Ma più lui riscuoteva successo e più lei perdeva interesse nei suoi confronti: i due si separarono nel 1912. Già dall’anno precedente, però, Picasso aveva iniziato a frequentare clandestinamente Marcelle Humbert (detta Eva Gouel), la compagna del pittore Louis Marcoussis; il legame tra i due si rafforzò, andarono a vivere insieme e rimasero inseparabili finché non sopraggiunse la morte di Eva per tubercolosi, nel 1915. Con lei Picasso visse un periodo sereno e molto creativo. A lei dedicò diverse opere cubiste introducendo, con colori vivi, anche un forte erotismo, come nella Donna con una chitarra (“Ma Jolie”) del 1912, oggi al MoMa di New York. La dipinse ancora sul letto di morte, mentre già si consolava con la bella Gaby Depeyre, che abitava proprio vicino al suo studio.

PABLO PICASSO Femme assise près d’une fenêtre (Marie-Thérèse) oil on canvas 57 ½ x 44 ⅞ in. (146 x 114 cm.) Painted in Boisgeloup on 30 October 1932 – © Christie’s Images Limited 2021 (detail)

Prigioniere del suo genio
Poi venne Olga, conosciuta a Roma e che lo rese padre di Paulo (1921 – 1975); fu la storia più importante della sua vita. Il matrimonio durò 10 anni, durante i quali lo stile di Picasso passò dall’astrattismo dei ritratti di Eva al neoclassicismo di quelli della Khokhlova come Olga in Mantilla (1917), uno dei suoi capolavori. Il matrimonio fu felice, ma la continua infedeltà di Picasso portò a una drastica rottura.
Con la fama e i soldi arrivarono gli amori tormentati: la modella Marie-Thérèse Walter – che lo rese padre di Maya (1935 – 2022) – è la Femme assise près d’une fenêtre ritratta il 30 ottobre 1932 nella tela aggiudicata da Christie’s New York nel 2021 per 103 milioni di dollari; la loro relazione durò circa 10 anni, durante i quali l’artista sviluppò lo stile surrealista e una nuova idea del corpo femminile. La fotografa Dora Maar – dipinta più volte con lacrime di cristallo – fu per Picasso l’immagine del dolore. La tela che la ritrae con il gatto (1941), ha strappato la cifra di 95,2 milioni di dollari da Sotheby’s New York nel 2006; durante la loro storia Picasso creò alcuni dei suoi più grandi capolavori come Guernica (1937), di cui Dora fotografò le fasi dell’intero processo pittorico.

Maria Teherese Walter

Poi fu la volta della pittrice Françoise Gilot, nata nel 1921 (ha compiuto 101 anni); di quarant’anni più giovane lo rese padre di Claude (1947) e Paloma (1949). A Françoise è dedicata la tela Joie de vivre (1946), in cui la donna è ritratta in Costa Azzurro in un periodo particolarmente felice della loro unione. Ma anche Françoise non riuscì a convivere con l’infedeltà del pittore e nel 1953 decise di lasciarlo. Dirà in seguito: «Sono l’unica amante di Picasso che non si è fatta distruggere da lui».
Nel 1952 l’artista conobbe Jacqueline: lui aveva 71 anni e lei 27. La tela su cui nel 1955 il pittore la ritrae in costume turco è stata venduta nel 2007 da Christie’s New York per oltre 30 milioni di dollari. Jacqueline Rogue fu la seconda ed ultima moglie di Picasso, si sposarono nel 1961 e vissero insieme fino alla morte di lui. Picasso la immortalò in oltre 400 opere, l’ultima è Femme assise (Jacqueline) del 1971.
Molte furono le donne importanti che accompagnarono l’artista durante la sua lunghissima vita, accanto a molte altre occasionali, che la storia non ricorda.

Olga nell’atelier del pittore nel 1921

Ognuna di loro entrò come linfa vitale nella produzione dell’artista, ma nessuna ne uscì indenne: molte impazzirono, si suicidarono o invecchiarono nell’abbandono, sole. Quattro anni dopo la morte di Picasso, Marie-Thérèse si impiccò. Tredici anni dopo Jacqueline, l’ultima compagna, si sparò alla tempia. La nipote Marina Picasso, ricordando la sua triste infanzia nel libro «Grand-père», uscito in Francia nel 2001, delinea un ritratto impietoso del celebre artista: «Non fu il nonno che avrebbe dovuto essere – racconta – ma tutti eravamo ostaggi del suo genio». Suo padre Paulo morto alcolizzato dopo una vita da zimbello, è ridotto a fare da autista al pittore che non vuole essere messo in ombra da nessuno; suo fratello maggiore Pablito (1949-1973) si suicida tre mesi dopo la morte del nonno. La stessa Marina sfiora l’anoressia e avrà bisogno di 14 anni di psicoanalisi per liberarsi dalla malefica influenza del virus Picasso.