Una stampella da donare a Gesù

Ecco come nasce la storia di “Amahl e i visitatori notturni” composta da Gian Carlo Menotti. Nel 1951 gli viene commissionata un’opera lirica da mandare in onda sulla NBC e in diretta televisiva per il Natale.
L’artista italiano trova l’ispirazione per scrivere lo storyboard davanti all’Adorazione dei Magi di Jerhonimus Bosch, dipinto esposto al Metropolitan Museum. Ne viene fuori un racconto bello e commovente. Di speranza verso quel Bambino che nasce. Che si dona al mondo. E che il mondo, attraverso la generosità di un bambino che abita vicino a Betlemme e ai Magi che bussano alla sua povera casa, scopre a sua volta la bellezza del donare ciò che lo sorregge. Al Salvatore. In una stampella il senso del miracolo.


2 dicembre 2022
Walter Gatti

Gian Carlo Menotti nel 1951 aveva quarant’anni. Trasferito dall’Italia a Filadelfia per seguire le lezioni del Curtis Institute of Music all’inizio degli anni ’30, il grande compositore italiano aveva già raggiunto il successo con “The Consul”, un’opera di cui lui aveva scritto sia libretto che le partiture. La sua creazione più famosa, il “Festival dei Due Mondi di Spoleto”, sarebbe arrivata sette anni dopo, grazie all’insolita intuizione di creare un ponte artistico tra vecchia Europa e nuova America, tra innovazione creativa e tradizione.

L’idea su cui lavorare

Nel 1951 la National Broadcasting Company Opera Theatre, compagnia operistica direttamente legata alla NBC (tra le più emittenti più importanti degli USA) commissionò a Menotti un’opera lirica da rappresentare in diretta televisiva per il Natale.
Probabilmente anche l’intervento di Arturo Toscanini (che era stato vicino al giovane Menotti negli anni della sua formazione al Conservatorio di Milano) aveva favorito la commissione, ma in ogni caso Gian Carlo accolse favorevolmente la proposta che gli era giunta da Peter Herman Adler, direttore d’orchestra Boemo che dirigeva la NBC Opera.
Per l’autore italiano la cosa più complessa però divenne trovare l’idea su cui lavorare, lo storyboard su cui creare il libretto. Come lui stesso avrà a raccontare in numerose interviste, lo spunto arrivò al Metropolitan Museum, davanti all’Adorazione dei Magi di Jerhonimus Bosch: un quadro che fece riemergere nella memoria di Menotti i Re Magi che lui e il fratello attendevano nella notte della Vigilia quando erano bimbi. Mancavano due mesi a Natale, ma da quella intuizione davanti al dipinto di Bosch nacque l’opera che fino ad allora latitava nella mente del compositore: “Amahl e i visitatori notturni”.

Se i Re Magi bussano alla porta…

La narrazione è semplice: i tre Re Magi arrivano in un povero villaggio vicino a Betlemme, dove vive Amahl con la mamma. Sono poverissimi e Amahl è costretto a camminare con una stampella, per via di una gamba malformata.
Una sera il ragazzino avverte la mamma che in cielo sta splendendo la stella più grande che si sia mai vista, ma la madre non gli crede. I due vanno verso il letto ma qualcuno bussa alla porta: Amahl va a guardare e si trova davanti ai Re Magi che chiedono un riparo per la notte. Dopo averli accolti e avvertito anche i vicini di quella visita inattesa, la notte avvolge la casa nel buio e nel sonno, ma la madre cerca di rubare dell’oro dalle sacche dei Re. Colta sul fatto dallo scudiero dei Magi, la mamma si dispera, ma i Re capiscono la povertà di quella famiglia e dicono “tieni pure il nostro oro, perché Colui da cui stiamo andando non ha bisogno ne denaro ne preziosi”.
Di fronte a questa rivelazione, Amahl dice ai Magi: “Allora voglio anche io mandargli un regalo”, e chiede ai Re di portare a Gesù la sua stampella (“Mamma, lascia che gli mandi la mia stampella. Chissà, potrebbe averne bisogno, e questa l’ho fatta proprio io”).
In quello stesso istante, Amahl guarisce miracolosamente e dopo aver abbracciato la mamma, parte con i Magi (che intanto esultano: “Lui cammina! È un segno del bambino santo. Dobbiamo lodare il neonato re. Dobbiamo lodarlo. Questo è un segno di Dio. Davvero può ballare, può saltare, lui può correre!”) per raggiungere la capanna di Betlemme, dove il Bambino sta nascendo.

Jheronimus_Bosch, particolare dell’Adorazione dei Magi

Un’opera da riscoprire

L’opera di Menotti (poco meno di sessanta minuti) fu programmata in diretta per il 24 dicembre del ’51 ed ebbe oltre sei milioni di spettatori per quella che diventò celebre anche come prima opera in assoluto composta per la televisione.
Negli anni successivi Amahl e i visitatori notturni fu trasmessa e rappresentata ovunque, Italia compresa, per quella sua semplicità fresca e ingenua (sembra condividere l’innocenza sacrale di Marcellino pane e vino), intrecciata con una partitura magistrale e innovativa pur nel solco della tradizione operistica europea.
La NBC, la BBC e anche la televisione australiana ne hanno proposto e riproposto differenti versioni, mentre la sua ultima incisione discografica è del 1987. Poi è sostanzialmente scomparsa dai riflettori.
Si avvicina il Natale 2022: potrebbe essere il caso di riscoprirla. Ognuno potrebbe avere una stampella nascosta in fondo al cuore…

Gian Carlo Menotti ©GettyImages