EDUCARE UN AMORE PER CIÒ CHE L’UOMO È

INCONTRO DI APERTURA ANNO DEL CMC

Mercoledì 30 settembre 2020 h. 18,30
Largo Corsia dei Servi, 4

Incontro dal vivo
puoi seguire anche in streaming su Canale CMC YouTube e dal sito new.centroculturaledimilano.it

con

Mario Calabresi, giornalista
Simone Feder, Dirigente Comunità Casa del Giovane
Luca Doninelli, scrittore
Giacomo Poretti, attore
Marco Radaelli, violoncello
con brani dalle Suite di J. S. Bach

GALLERY

Guardando alla giornata mondiale per l’educazione del 15 ottobre 2020 voluta da papa Francesco «Ricostruire il patto educativo globale»

“Se qualcuno ti avesse educato, non potrebbe averlo fatto che col suo essere, non col suo parlare” (P. P. Pasolini)

Il tempo che stiamo attraversando, l’esigenza di una ricostruzione che non dimentichi i cambiamenti da troppo tempo rimandati, hanno messo a nudo tutte le debolezze delle nostre società, ma in primis quella di fronte al senso di quello che accade, mettendo in luce una debolezza di esperienza che si documenta tutti giorni in tanti giovani, nella crisi del rapporto tra generazioni, nel nichilismo che permea tanti fatti di cronaca –anch’essi non inediti e con radici lontane.

È difficile immaginare una sfida più grande di quella educativa. Lo sconcerto domina, infatti, dappertutto per la vertigine che sperimentano gli adulti (genitori e educatori di ogni genere) e i giovani. Mai come in questi tempi è stata così pregnante l’espressione «Emergenza educativa», scrive Julián Carrón nel libro appena pubblicato da San Paolo “Educazione. Comunicazione di sé.

Sulla scena del mondo, in questo tempo, è apparsa, un poco più nitida, più esperita, la figura dell’umano, quel cuore di ciascuno che è grido di verità e di significato di tutto. La scoperta più cara, forse in molti inconfessata, è l’esigenza di poter vivere di questa evidenza.
Non possiamo perciò lasciare che il futuro, la cosiddetta “ricostruzione”, consideri questo “originale che è in noi”, come un’aureola o un vago sentimento, culturale o etico, magari in una cornice di un prezioso restyling.
La grande emergenza educativa documenta la riduzione dell’uomo, il suo accantonamento, di quale sia la natura del suo desiderio.
Un grande educatore, don Giussani, indicava “una legge universale da quando l’uomo c’è: la persona ritrova se stessa in un incontro vivo, in una presenza che provoca al fatto che il cuore nostro c’è, esiste”.
Scrive ancora Carrón nella Prefazione al suo libro: “Senza alcuna volontà di possesso, siamo animati solo dal desiderio di condividere quello che abbiamo ricevuto con i giovani che cercano confusamente qualcosa, qualcuno che risponda al bisogno sterminato del loro cuore.

Vogliamo vivere questa dimensione, nella scuola, nel lavoro, riguardo alla convivenza, nell’economia, nel rapporto tra generazioni, nell’informazione, mentre la mentalità predominante sospinge a un’estraneità da noi stessi.
Ci troviamo a Milano per incontrare alcune testimonianze significative di persone che nel giornalismo, nella comunicazione, nell’educazione, nell’arte e letteratura vivono questa preoccupazione e sviluppano un’attenzione, se non un’opera, educativa.

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