Gli sguardi di Giotto
“È dalla bellezza che nascono continuamente immagini di possibilità insospettate per riparare le case distrutte e costruirne di nuove”
Febbraio – marzo 2017
Gli sguardi di Giotto
Una novità umana e culturale rivoluzionaria
Mercoledì 15 febbraio, ore 20,45
Auditorium CMC Largo Corsia dei Servi, 4 Milano
interviene
Marco Rossi, docente di Storia dell’Arte Medievale nell’Università Cattolica di Milano e Brescia
In un’epoca di forti sconvolgimenti dell’intero Mediterraneo e di trasformazioni del nuovo modello sociale con la nascita delle città, Giotto, sulla scia degli ordini mendicanti e in parallelo con Dante, propone una nuova possibilità di costruzione umana e culturale a partire dallo sguardo, rifondando la cultura e l’arte sulla persona: solo chi è guardato in un certo modo riscopre se stesso e il mistero infinito che fa tutte le cose.
Nota editoriale per il Ciclo
“Il crollo delle evidenze e la nascita di cose nuove”
L’oggi come storia
“È dalla bellezza che nascono continuamente immagini di possibilità insospettate per riparare le case distrutte e costruirne di nuove”
Il venir meno di alcune evidenze del vivere comune e individuale che caratterizza questo nostro tempo, –cosa sia la persona, il bene comune, l’amore, il lavoro, la natura, la libertà– si è già più volte verificato nel corso della storia.
Per capire il presente perciò è importante riconoscere delle analogie, senza che la gravità del crollo delle grandi convinzioni si attenui perché ‘tanto è già successo’ o si pensi di acquisire maggior consapevolezza puntellando un edificio oggi in rovina.
Il Presente rappresenta invece l’occasione e la sfida di un lavoro culturale su questi punti problematici che “rappresentano un’occasione per scoprire o riscoprire le grandi convinzioni che possono assicurare la convivenza stessa.”
Potremmo infatti scoprire come quelle evidenze siano risbocciate di nuovo nella storia, dapprima non viste, in modo circoscritto, ma già sulla scena del mondo, costituendo un reale avvenimento, cioè qualcosa di assolutamente nuovo.
Il ciclo di incontri proposto è per “sapere” e per “credere”, avere notizia per vivere.
Per noi contemporanei, infatti, “è in gioco l’evidenza di quei fondamenti, in mancanza dei quali non sarà possibile una convivenza stabile”; perciò tutto oggi va “riscritto, ripensato e perciò vissuto”.
Sarà bello e decisivo conoscere le cose nuove, come sono accadute, ma anche tracciare un metodo e una strada, perché altrimenti non si sfuggirebbe al rischio che tutto non sia un ripetersi di belle fatalità o di ‘corsi e ricorsi’ storici per un trionfo della cosiddetta cultura.
Il presente può –in un certo senso- modificare il passato, dal punto di vista della coscienza che abbiamo di noi stessi (Eliot). E’ la sfida della libertà –e perciò della cultura.
“Un progresso addizionabile è possibile solo in campo materiale…nell’ambito della consapevolezza etica e della decisione morale non c’è una simile possibilità di addizione per il semplice motivo che la libertà dell’uomo è sempre nuova e deve sempre nuovamente prendere le sue decisioni.
Non sono mai semplicemente decisioni già prese per noi da altri –in tal caso infatti non saremmo liberi. La libertà presuppone che nelle decisioni fondamentali ogni uomo, ogni generazione sia un nuovo inizio”.
Il tesoro morale dell’umanità non è presente come sono presenti gli strumenti che si usano; esso esiste come invito alla libertà e come possibilità per essa (spe salvi)
“L’oggi come storia” è un contributo a stare di fronte ad alcuni momenti e persone che possiamo ‘incontrare’ oggi.
Abbiamo scelto alcuni esempi inconsueti, partendo da quello che alcuni ‘studiano’, da scoperte che stanno cambiando gli stessi ri-cercatori che le racconteranno.
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