“Che cos’è la Giustizia?” Confronti per un’Antropologia giuridica
“Che cos’è la Giustizia?”
Confronti per un’Antropologia giuridica –Milano, marzo 2015
a cura di Guido Brambilla, Alberto Sciumè, Lorenza Violini
Centro Culturale di Milano
Sala Verri, via Zebedia, 2 Milano (MM3 Missori – MM1 Duomo)
Corso riconosciuto dall’Ordine degli Avvocati
valido per rilascio di 6 Crediti Formativi
Comitato Scientifico
Eugenio Borgna, Psichiatra, Primario Emerito dell’Ospedale Maggiore di Novara |
Guido Brambilla, Giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano |
Alberto Sciumè, Avvocato, Professore di Storia del Diritto Medievale e Moderno, Università degli Studi di Brescia |
Lorenza Violini, Professore di Diritto Costituzionale, Università degli Studi di Milano |
Programma
5 marzo 2015 ore 18.00
La giustizia come bisogno dell’uomo
“Storie di uomini, tragedie e pentimenti”
Un’esperienza dagli anni di piombo al terrorismo internazionale
interviene
Armando Spataro, Procuratore della Repubblica di Torino
Introduce e coordina
Alberto Sciumè
Dialogo col pubblico
19 marzo 2015 ore 18.00
Giustizia e diritto
“Il soggetto e l’esperienza nel diritto: verso l’utopia moderna”
interviene
Stefano Solimano, Professore di Storia del Diritto Medievale e Moderno e Direttore dell’istituto Giuridico dell’Università Cattolica di Milano
Introduce e coordina
Alberto Sciumè
Dialogo col pubblico
30 marzo ore 18.00
Giustizia, poteri e società
“Il diritto nei nuovi cambiamenti tra soggetto e società.
Come, quanto e perchè recepire nuovi status individuali”
interviene
Tommaso Epidendio, costituzionalista Corte Costituzionale, Assistente di Studio
Introduce e coordina
Alberto Sciumè
Dialogo col pubblico
Si consiglia la lettura del libro “Itinerari della giustizia – Appunti di Antropologia giuridica”, di Guido Brambilla, ed. Guerini, appena editato e nelle Librerie o acquistabile qui
“Come e quanto influiscono i profondi cambiamenti di parole come coscienza, natura, libertà, sul senso della Giustizia e sullo stesso concetto di diritto?
La ragione moderna, con le sue radici di autonomia assoluta, di fronte alla giustizia come profondo bisogno dell’uomo ci ha consegnato degli strumenti o ci ha lasciati soli?
Da quell’irreversibile incontro tra mondo classico, religiosità ebraica e cristianesimo, si è sviluppata una parabola che va dal riferimento a un ordine trascendente alla nascita del diritto “soggettivo”, come lo si intenderà poi nella modernità.
L’introduzione culturale del “dubbio sulla coscienza”, addebitabile ai “maestri del sospetto”, ha tra le conseguenze una riduzione del soggetto umano che porta a realizzare la comparsa di un diritto “senza soggetto”.
Confronti per chi studia, pratica o lavora nel mondo della giustizia e per tutti coloro che nella società si misurano sulla responsabilità esistenziale che investe il tessuto connettivo della società.
Per un’antropologia giuridica che tragga spunti da quell’appassionate o arduo confronto tra la propria esperienza di uomo e la viva materia della giustizia, delle sue regole sino alla esecuzione della pena. Un lavoro che Benedetto XVI aveva definito di “minoranze creative””.
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